Aiutiamoli a casa loro. E’ la massima che va per la maggiore in questi giorni. Certo, sarebbe la soluzione ideale, impossibile non essere d’accordo. Del resto anche i migranti preferirebbero starsene nel loro paese, con le loro famiglie.

Ma ci crediamo sul serio? Senza milioni di persone che bussano alla nostra porta andremmo davvero a spendere soldi in Africa per migliorare le condizioni di vita di donne, uomini e bambini? Sono decenni che non facciamo nulla. Davanti a decine di milioni di persone sieropositive che muoiono di Aids (soltanto adesso in Africa cominciano a essere disponibili le cure), davanti alla malaria che falcidia milioni di persone ogni anno. Più semplicemente di fronte alla mancanza di cibo, addirittura di vitamina A e proteine che provocano fino a 500mila casi di cecità ogni anno e 800mila morti tra i bambini. Non abbiamo fatto quasi nulla. A parte le Ong e talvolta la Chiesa.

Peggio: il terzo mondo per le multinazionali, anche italiane, è stato occasione per fare affari d’oro magari strizzando l’occhio ai satrapi locali. Perché le risorse che oggi i migranti ci chiedono (si parla di quattro miliardi) sono infinitamente inferiori a quelle che noi chiediamo loro. Oggi, come nei decenni e nei secoli passati.
Siamo in debito. Non restituiremo mai quello che abbiamo preso.

Appena spariranno questi disperati con gli occhi spalancati che annegano nel nostro mare, cominceremo a fregarcene come abbiamo sempre fatto. E come facciamo anche oggi.

Aiutiamoli a casa loro. Bella frase. Come quella che annuncia: con le nuove regole diminuiscono gli sbarchi. Perfetto anche questo. Peccato che i migranti non siano spariti. Sono soltanto lontani dai nostri occhi. A morire come cani, peggio dei cani, in Libia.

E intanto tra i politici c’è chi punta il dito contro le Ong. Ci saranno stati errori, ma quelle navi prima di tutto hanno salvato decine di migliaia di persone. Vogliamo davvero credere che gli sbarchi siano stati provocati da chi salvava vite umane? Ci ricordiamo che cosa succedeva nel Mediterraneo prima dell’arrivo delle organizzazioni non governative?

Un piano perfetto: i migranti fermiamoli in Libia. Poi aiutiamoli a casa loro. E gli sbarchi sono colpa delle Ong. Così adesso che anche i “buoni” non ci sono più, la nostra coscienza può essere definitivamente messa a tacere senza il tarlo dei sensi di colpa.

CARI IMMIGRATI, AIUTATEVI A CASA VOSTRA.

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