Almeno quattro, cinque colpi di pistola. E diverse comunicazioni via radio nelle quali viene chiesto di allontanarsi. La Guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro una nave della ong Proactiva Open Arms. L’episodio, denuncia l’organizzazione governativa, è avvenuto mercoledì mattina in acque internazionali di fronte alle coste libiche. 

A finire sotto il tiro dei militari è stata l’imbarcazione Golfo Azzurro, spedita domenica dalle autorità italiane a recuperare tre uomini libici a 100 miglia dalle coste nordafricane salvo poi indirizzare l’imbarcazione verso Malta, che ha però rifiutato l’attracco, negato anche a Lampedusa. Gli spagnoli erano tra le ong che non avevano ancora firmato il codice di condotta voluto dal governo italiano negli scorsi giorni: la firma è però alla fine arrivata lunedì mattina.

“I guardiacoste libici che vengono finanziati dall’Italia e dall’Europa ci hanno minacciato in maniera aggressiva e hanno sparato in aria all’altezza delle nostre teste. Eravamo a 13 miglia dalla costa, fuori dalle acque libiche. Chiunque era all’esterno si è rifugiato sotto coperta. E’ stato un atto deplorevole“, accusa Proactiva.

I libici avevano contattato l’imbarcazione via radio: “Stiamo osservando le vostre operazioni negli ultimi giorni. State portando avanti attività sospette, abbiamo conferme che avete rapporti con i trafficanti”, si ascolta nell’audio pubblicato da La Sexta Tv. “Non tornate – aggiunge la motovedetta libica – Non scherziamo, la prossima spareremo. Ricevuto?”. Poi, però, i colpi sono arrivati. “Siamo in una situazione estrema nel Mediterraneo – denuncia il portavoce della ong Oscar Camps – Siamo passati dall’immobilismo dell’Unione Europea a una scelta precisa: fermare le organizzazioni non governative”.


                        
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