“Il fine vita in Italia torna d’attualità domani quando il Senato avrà la concreta possibilità di dare ascolto, dopo una serie interminabile di rinvii e ritardi, alla volontà del 67% degli italiani e di oltre 121 mila persone che hanno sottoscritto l’iniziativa popolare sul tema. Seppure nella prima settimana di luglio i capigruppo in Senato avessero calendarizzato la discussione in Aula del testamento biologico per il 25 luglio, la promessa potrebbe essere subito tradita”. È quanto affermano Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, e Matteo Mainardi, membro di Giunta dell’Associazione. “La legge rimane infatti ancora ostaggio della commissione Sanità del Senato, dove solo da questa settimana inizierà l’esame degli emendamenti dopo una sospensione di quasi un mese – aggiungono – Se il Senato dovesse decidere di non portare in Aula domani la legge, ciò comporterebbe un pericoloso slittamento della trattazione, facendo apparire sempre più chiaro l’obiettivo dei partiti di opposizione sia di quelli di maggioranza, anche contro la buona volontà di tantissimi loro parlamentari: far saltare la legge sul testamento biologico anche in questa legislatura, Ci appelliamo dunque agli 11 capigruppo del Senato, ricordando anche le 121 mila persone che hanno sottoscritto l’iniziativa popolare: a un anno dalla morte di Max Fanelli, a 8 anni da quella di Eluana Englaro, a 11 da quella di Piergiorgio Welby, è giunto il momento di impegnarvi affinché anche l’Italia, ultima in Europa, riconosca il diritto di ogni persona a decidere in autonomia sul proprio corpo, sulla propria vita e sul proprio fine vita”.

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