Non ha aspettato di avere notizie ufficiali sull’attacco, prima di metter mano al telefonino. Quasi fosse un cliente che commenta le notizie al bancone del bar guardando la tv con un boccale di birra in mano e non il presidente degli Stati Uniti d’America. Ha immediatamente rilanciato con il suo profilo Twitter personale il tweet di un sito dell’ultradestra, non considerato propriamente tra le fonti giornalistiche più attendibili. Quindi ha approfittato dell’attentato per ribadire le ragioni del suo “Travel ban”, prima di attaccare il sindaco Sadiq Kahn, incidentalmente di fede musulmana, reo di aver invitato i londinesi a “restare calmi e condurre una vita normale”. Per poi tornare a fare politica e usare l’accaduto per ribadire le ragioni delle lobby delle armiL’attentato terroristico che a Londra è costato la vita a 7 persone ha fornito a Donald Trump l’ennesima occasione per mandare all’aria tutti i protocolli diplomatici e comunicativi, nonché i principi basilari del buon senso.

Non è ancora chiaro se prima di twittare il capo della Casa Bianca fosse stato briffato, come si dice in gergo, dai suoi consiglieri sull’entità e la portata dell’attacco. Quel che è certo è che per far sentire la propria voce l’uomo più potente del mondo ha scelto di rilanciare un post di Drudge Report, sito vicino al mondo politico conservatore che rivelò lo scandalo Monica Lewinski e fu il precursore di quel Breitbart.com tanto caro allo stesso Trump, che recitava: “Paura di un nuovo attacco terroristico dopo che un van ha ‘falciato’ 20 persone sul London Bridge…”. Nulla di certo, tutt’al più “paura”, un bilancio oltremodo approssimativo e soprattutto non una fonte ufficiale, né attendibile, quella scelta dal capo di Stato del Paese che negli ultimi anni è stato il maggiore alleato del Regno Unito in politica estera.

 

Un gesto quantomeno irrituale, solo l’ultimo nel curriculum del capo della nazione più potente del mondo e commander in chief delle forze armate americane, seguito 17 minuti più tardi da un tweet dai contorni più ortodossi del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer: “Il team per la sicurezza nazionale ha informato il presidente degli Stati Uniti della situazione a London Bridge e continuerà ad aggiornarlo”. Una pezza, volgarmente parlando, una correzione di rotta cui l’amministrazione Usa ricorre sempre più spesso per attutire gli effetti della spregiudicatezza con la quale Trump è solito trattare le questioni internazionali, ora anche quelle di estrema delicatezza come gli attentati terroristici.

 

Un atto tanto irrituale, quello del presidente, che la Nbc riteneva opportuno mettere in guardia i propri utenti circa la scarsa attendibilità delle informazioni veicolate: “Il presidente ha usato Twitter per condividere notizie sull’incidente di Londra – si legge nel tweet dell’emittente – noi giudichiamo non affidabile il retweet del presidente, in quanto basato su informazioni non confermate“.

 

Sono passati circa 40 minuti dal primo tweet di Trump, ma il presidente ha ancora il telefonino tra le mani e ricomincia a usarlo. Questa volta per tirare acqua al proprio mulino: “Dobbiamo essere svegli, vigili e duri – scrive il miliardario newyorkese diventato presidente – bisogna che i tribunali ci restituiscano i nostri diritti. Abbiamo bisogno del Travel Ban perché garantisce un livello extra di sicurezza”. A cosa si riferisce? Ai due ordini esecutivi che impedivano l’ingresso negli Stati Uniti ai Paesi di 7 nazioni a maggioranza musulmana firmati il 26 gennaio e il 6 marzo e bloccati dai tribunali, decisione contro la quale l’amministrazione si è appellata alla Corte Suprema. Un tweet, quindi, con il quale Trump usa la tragedia di Londra per perorare la bontà dei provvedimenti della propria amministrazione.

Il bombardamento social non è finito. Dopo aver assicurato i londinese sul fatto che “qualsiasi cosa gli Stati Uniti potranno fare per loro, lo faranno”, Trump torna a fare politica: “Dobbiamo smettere di essere politicamente corretti e tornare alla questione della sicurezza per la nostra gente. Se non ci faremo furbi, le cose peggioreranno soltanto”, twittava il tycoon. Per poi prendfere alla lettera le sue stesse parole e caricare a testa bassa le istituzioni londinesi: “Almeno 7 morti e 48 feriti in un attacco terroristico e il sindaco di Londra dice che ‘non c’è ragione per allarmarsi“, mettendo nel mirino l’invito alla calma rivolto da Sadiq Khan ai suoi concittadini. Un attacco che potrebbe essere bollato semplicemente come grossolano se non si considerasse l’autore e il fatto che il sindaco proviene da una famiglia pakistana ed è musulmano. Il sindaco “ha cose molto più urgenti da fare che rispondere ai tweet mal informati del presidente Trump”, la risposta del portavoce di Khan, Matt Chorley.

 

Ma Trump trova il modo di andare persino oltre e twitta: “Avete notato che non c’è un dibattito sulle armi da fuoco? E’ perché hanno usato coltelli e un camion!”, scrive il presidente riferendosi al dibattito che negli Stati Uniti si riapre ciclicamente e prendendo le difese dei sostenitori della libertà dei cittadini di possedere un’arma garantita dal Secondo emendamento della Costituzione. Un particolare: tra i principali sostenitori di Donald Trump figura la National Rifle Association, la più potente tra le lobby americane a difendere il diritto al libero acquisto di pistole e fucili.

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