In una situazione di “incertezza politica“, con l’Italia che si avvia a passo spedito verso le elezioni anticipate, “il consenso va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà”. E’ il monito che Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, rivolge al mondo politico nelle sue considerazioni finali in occasione dell’assemblea a Palazzo Koch. In prima fila sedeva eccezionalmente Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea.

Ventiquattro ore fa il caveat pronunciato da Pier Carlo Padoan: “Sotto ciclo elettorale è molto difficile fare cambiamenti, in Italia come in altri Paesi”, spiegava il ministro dell’Economia, in riferimento al progetto di Matteo Renzi di procedere all’approvazione della legge elettorale entro l’estate, andare al voto in autunno e affidare il compito di varare la legge di bilancio al nuovo governo. “Per un Paese come l’Italia – aveva osservato Padoan – la politica economica e di bilancio è guidata, evidentemente, dalle regole europee ma anche da come i mercati reagiscono”, specie in una situazione di incertezza come quella causata dal periodo elettorale. Ora le parole di Visco.

“Il percorso per riportare l’Italia sulla strada della crescita è iniziato, ma deve rafforzarsi – ha detto Visco – i cambiamenti richiederanno tempo, impegni, sacrifici. Interventi di sostegno alla domanda potranno lenire i costi economici, sociali della transizione, ma le politiche economiche devono avere una veduta lunga, mettere in evidenza i benefici per i cittadini”, sostiene il governatore. In questo contesto “il consenso va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà“. “Sono fiducioso che, al di là dell’incertezza politica, il nostro Paese saprà ottenere risultati che servono l’interesse generale, tenendo conto di chi resta indietro e di chi arretra, liberando l’economia da inutili vincoli, rendite di posizione, antichi e nuovi ritardi“.

“Gli squilibri vanno corretti tempestivamente, altrimenti prima o poi si pagano. Sul terreno delle riforme, su quello della finanza pubblica, per le banche servono altri passi in avanti, non retromarce”, chiede il governatore sottolineando come “l’adeguamento strutturale dell’economia richiede di continuare a rimuovere i vincoli all’attività d’impresa, incoraggiare la concorrenza, stimolare l’innovazione” mentre sul fronte della spesa pubblica “deve tornare a crescere la spesa per investimenti pubblici in calo dal 2010″.

Il governatore ha posto l’accento tema della crescita: “L’esigenza di superare la crisi ha sollecitato, sollecita ancora, uno sforzo eccezionale – ha detto Visco – non minore è l’impegno necessario per ritrovare un sentiero di crescita stabile ed elevata, per risolvere la questione del lavoro, così difficile da creare, mantenere, trasformare, questione centrale dei nostri giorni non solo sul piano dell’economia”. Le conseguenze della doppia recessione sono state più gravi di quelle della crisi degli anni Trenta: “Agli attuali ritmi di crescita il Pil tornerebbe sui livelli del 2007 nella prima metà del prossimo decennio“, ha detto il governatore ricordando che “in Italia l’espansione dell’economia, ancorché debole, si protrae da oltre due anni”, tuttavia restiamo indietro rispetto ai nostri partner in Europa. L’aumento del Pil nell’area euro “dovrebbe essere prossimo, quest’anno, al 2%, circa il doppio del nostro paese”.

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