Di Rolex e di governo. L’inchiesta per corruzione che ha portato alle dimissioni della sottosegretaria Simona Vicari riporta in auge lo strano rapporto tra gli ultimi esecutivi e gli orologi di lusso regalati da personaggi più o meno interessati. A farlo notare è stata la stessa esponente di Ap, che secondo gli inquirenti ha ricevuto due Rolex dall’armatore Morace in cambio dell’emendamento che estende anche agli armatori l’Iva, ma fissandola al 5% e non al 10. “Ci sono ministri che hanno preso non uno, ma tre Rolex e sono ancora in carica” ha detto la Vicari al Corriere della Sera. L’ex sottosegretario ha attaccato per difendersi: a suo dire l’orologio ricevuto in regalo “riguarda i rapporti con le persone che uno ha a prescindere. Dalle intercettazioni si capisce benissimo che si tratta di un regalo di Natale. Poi sì, io ho chiamato per ringraziare. Ma se lo avessi fatto per corruzione, secondo lei avrei ringraziato?”. Se sia stato un ringraziamento dopo la corruzione o solo un atto di cortesia saranno le indagini a chiarirlo. Di certo c’è solo che le parole dell’ex componente del Governo Gentiloni creano non pochi sospetti. A chi si riferisce Simona Vicari quando dice che ci sono “ministri in carica che hanno preso tre Rolex“? La politica siciliana parla al plurale (ministri), ma non fa i nomi. Le cronache degli ultimi anni, tuttavia, più volte sono state dedicate a questo tema. Di Rolex e di governo, appunto.

Il primo a capitolare per un cronografo svizzero di lusso è stato a marzo 2015 l’allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. L’esponente di Ncd si dimise dopo che un’inchiesta sulle grandi opere coinvolse personaggi a lui in qualche modo legati. Scrisse il gip nell’ordinanza: “Va segnalato il regalo fatto dai coniugi Perotti al figlio del ministro Lupi in occasione della sua laurea: trattasi di un orologio Rolex del valore di 10.350 euro che Stefano Perotti fa pervenire a Luca Lupi tramite Franco Cavallo. Passa qualche mese, il governo è sempre lo stesso. E i Rolex pure: come quelli regalati nel novembre 2016 alla delegazione italiana in visita in Arabia Saudita. In quell’occasione fu proprio il Fatto Quotidiano ha raccontare in un retroscena cosa accadde a Riad: un funzionario di Roma (che Il Fatto riuscì a identificare: era il capo della scorta di Renzi) rimase deluso dal pacchiano cronografo non di marca ricevuto in dono e per poco non scatenò una rissa per accaparrarsi uno dei Rolex (neanche a dirlo) regalati dalla famiglia reale. Di quegli orologi non se ne è saputo più nulla: spariti, in barba alla legge che impone ai dipendenti pubblici di rifiutare doni dal valore superiore ai 150 euro.

L’unica componente del governo Gentiloni ad esser stata coinvolta in una storia di orologi di lusso ricevuti in dono è stata nel maggio del 2016 la ministra della Difesa Roberta Pinotti. A raccontare di un presunto regalo da decine di migliaia di euro è stato il sito Dagospia, secondo cui il prezioso dono è arrivato poco dopo la firma dell’accordo tra il Kuwait e Finmeccanica (oggi Leonardo) per la vendita di 28 caccia Eurofighter. Nella fattispecie, sempre secondo Dagospia, alla ministra furono fatti recapitare due gioielli – definiti “importanti” da una fonte araba – “destinati alle figlie” e un orologio, invece, proprio per lei. Per la precisione “un Rolex in oro bianco, tempestato di brillantini”. Valore? Oltre 43mila euro secondo il sito della Rolex. All’epoca non si è fatta attendere la presa di posizione del ministero della Difesa, che a distanza di poche ore dalla pubblicazione del retroscena ha diramato una nota ufficiale, in cui ha bollato come “prive di qualsiasi fondamento le notizie apparse oggi su un sito web e riprese incautamente da altri”. Di ieri, invece, le dimissioni della sottosegretaria ai Trasporti e l’ennesima capitolo della storia ‘di Rolex e di governo‘.

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