Era seduta in braccio alla madre e non sul seggiolino previsto dalla legge. Anche per questo Aurora, 16 mesi, è morta nello schianto tra l’auto su cui viaggiava e quella guidata dall’operaio di 34 anni arrestato, in base alla nuova legge sull’omicidio stradale, perché era ubriaco. L’interrogatorio di garanzia per l’arrestato si terrà domani mattina davanti al gip di Como, il pm Antonio Nalesso ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Anche il padre della bambina è indagato a piede libero per omicidio colposo proprio per l’assenza di un presidio di sicurezza che è obbligatorio da quasi 30 anni, la vettura era sottoposta a fermo amministrativo, perché non era stata fatta la revisione. L’incidente è avvenuto a Cantù (Como) la sera del 2 maggio.

La macchina dell’operaio ha sbandato e ha invaso la corsia di marcia opposta. Forse non ad altissima velocità (l’uomo è rimasto illeso e la madre della piccola è rimasta contusa) ma devastante per la bambina. Sono intervenute quattro ambulanze del 118, un’automedica e un elicottero i cui equipaggi hanno soccorso i feriti e cercato di rianimare la bimba. All’ospedale Sant’Anna di Fermo della Battaglia altri medici hanno cercato disperatamente di rianimarla e strapparla alla morte, ma non c’è stato nulla da fare: si è spenta qualche minuto dopo l’una. Padre e madre sono rimasti in ospedale, mentre sull’operaio venivano eseguiti i test antidroga e antialcol che hanno evidenziato il superamento del tasso alcolemico. L’uomo ha anche un precedente, risalente al 2008.

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