Alla fine di febbraio eravamo assieme a molte associazioni in piazza Montecitorio per chiedere il ritiro della delega sul sostegno contenuta nella legge 107. Ritenevamo immodificabile una brutta ed ipocrita serie di provvedimenti che avevano un unico minimo comun denominatore: il contenimento della spesa. Eppure più volte, in un conflitto senza precedenti tra la politica e la Costituzione con i suoi principi fondamentali, la magistratura si era espressa a definire con chiarezza che deve essere “la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione” (Sentenza Corte Cost. 275/2016).

La delega sul sostegno, appena licenziata dal consiglio dei ministri, non affronta e risolve nessuno dei punti essenziali della inclusione dei disabili. Dovremo evidentemente sperare in un altro Parlamento per garantire agli alunni disabili un tempo scuola accettabile.

Riporto a futura memoria dei politici che verranno questo breve decalogo che potrebbe essere regalato nella Pasqua imminente all’attenzione dei politici attuali.

1- La scuola con mio figlio disabile serve innanzitutto ai suoi compagni;
2- La scuola con mio figlio disabile aiuta i suoi professori a diventare migliori;
3- La scuola per mio figlio disabile è importante;
4- La scuola senza mio figlio disabile non avrebbe dignità e titoli per essere definita scuola;
5- Il mio paese, l’Italia, da oltre 40 anni, sa quanto sia necessario difendere la scuola dei disabili;
6- Purtroppo molti politici, oggi, non hanno sensibilità, cultura e competenza per capire che con la cosiddetta “buona scuola” i nostri figli disabili staranno peggio;
7- Ci sono dei momenti un cui, come scriveva De Gregori, la “storia siamo noi” e le chiacchiere le lasciamo agli altri;
8- La scuola dei disabili ha bisogno di risorse economiche e non di vuote riformulazioni lessicali;
9- La scuola dei disabili ha bisogno dell’aggregazione del maggior numero di forze politiche;
10- La scuola dei disabili è la scuola di mio figlio ed altri 245.000 alunni italiani.

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