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Consip, l’Antitrust avvia istruttoria su appalto al centro dell’inchiesta: “Ipotesi di intesa restrittiva della concorrenza”

Secondo l'authority "parrebbe emergere l’assenza di un effettivo confronto concorrenziale tra le parti in termini di mancata sovrapposizione delle offerte maggiormente competitive". I funzionari del garante hanno svolto ispezioni nelle sedi insieme al nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza
Consip, l’Antitrust avvia istruttoria su appalto al centro dell’inchiesta: “Ipotesi di intesa restrittiva della concorrenza”
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Il maxi appalto da 2,7 miliardi della Consip, al centro dell’inchiesta che vede indagati a vario titolo Tiziano Renzi e il ministro ed ex sottosegretario Luca Lotti, ha attirato ora anche l’attenzione dell’Antitrust. L’autorità garante della concorrenza ha infatti annunciato di aver avviato una istruttoria nei confronti di Consorzio Nazionale Servizi Società Cooperativa, Dussmann Service, Engie Servizi (già Cofely Italia), ManitalIdea, Manutencoop Facility Management, Romeo Gestioni e Sti per accertare se, anche attraverso proprie controllate, “abbiano posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza” nel coordinamento delle modalità di partecipazione alla gara Fm4 bandita dalla centrale pubblica per gli acquisti per i servizi di facility management negli immobili pubblici. Per tre dei 18 lotti (non ancora aggiudicati) ha ottenuto il punteggio più alto il gruppo di Alfredo Romeo, arrestato l’1 marzo con l’accusa di corruzione.

Dall’analisi delle strategie che le società hanno adottato nella gara indetta nel 2014, scrive l’Antitrust, “parrebbe emergere l’assenza di un effettivo confronto concorrenziale tra le parti in termini di mancata sovrapposizione delle offerte maggiormente competitive”. Come dire che ognuno ha fatto un’offerta particolarmente buona solo per uno o più lotti, cosa che fa sospettare un accordo per spartirsi la torta. L’ipotesi di coordinamento “è supportata dai legami di natura societaria e consortile intercorrenti tra le suddette imprese e/o le cordate costituite per partecipare alla gara”. I funzionari dell’Autorità hanno svolto giovedì ispezioni nelle sedi delle società interessate, insieme al nucleo speciale antitrust della guardia di finanza. Il procedimento dovrà concludersi entro il 30 maggio 2018.

Manutencoop in serata ha diffuso una nota con cui “esclude categoricamente l’esistenza di qualsivoglia presunto accordo collusivo con le altre imprese coinvolte nel Procedimento, sicura dell’assoluta correttezza dei propri comportamenti. Nel corso degli accertamenti svolti oggi dai funzionari dell’Autorità”, si legge, “la Società ha prestato la massima collaborazione e continuerà a collaborare al fine di giungere ad una sollecita definizione del Procedimento in corso che, come deliberato dall’Agcm, dovrà concludersi entro il 30 maggio 2018”. La società infine sottolinea che, “dal momento che la gara oggetto del Procedimento non è stata ad oggi aggiudicata in via definitiva, il relativo importo non figura nel Portafoglio Commesse e Riaggiudicazioni (backlog) del Gruppo”.

Intanto, sempre giovedì, il Tar del Lazio ha respinto una richiesta di sospensione della sanzione da 14,7 milioni di euro inflitta a Manutencoop per un’intesa restrittiva della concorrenza che avrebbe condizionato l’esito della gara pubblica bandita da Consip per un appalto di rilievo comunitario diviso in 13 lotti del valore totale di 1,63 miliardi nel settore dei servizi di pulizia nelle scuole nazionali. L’importo della multa veniva da una rideterminazione richiesta dal Tar all’Antitrust nell’ottobre scorso. I giudici amministrativi, infatti, ordinarono di riquantificare l’originaria sanzione di oltre 48 milioni di euro. “Non si rinvengono i presupposti per la concessione della tutela cautelare richiesta – si legge nell’ordinanza – in ragione del pregiudizio dedotto, di mera natura economica, come tale reintegrabile all’esito della fase di merito e senza che la ricorrente abbia fornito alcun elemento idoneo ad attestare che il pagamento nei termini della sanzione come rideterminata ‘al ribasso’ comporti conseguenze irreparabili sulla sua struttura di impresa, ferma restando la possibilità di chiedere una rateazione dell’importo”.

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