Alla fine, con oltre un anno di ritardo, il decreto sugli arbitrati per Popolare Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara sta per diventare realtà. La Commissione Finanze della Camera ha infatti espresso parere favorevole al testo presentato dal governo, licenziandolo con una sola condizione e alcune osservazioni. Purtroppo non è stato tenuto conto dei rilievi espressi dal Consiglio di Stato e così i costi degli arbitrati continueranno a gravare sul fondo di solidarietà, diminuendo dunque il monte risorse per i risarcimenti. Delusi i deputati di Alternativa Libera Marco Baldassarre, Eleonora Bechis e Tancredi Turco che avevano dato battaglia per modificare su questo e altri punti il decreto: “Il parlamentari del Pd pensano solo alle loro faide interne e avallano la decisione del governo di ridurre i fondi destinati al risarcimento degli obbligazionisti truffati dalle banche”, è stata la loro dichiarazione al termine della votazione in Commissione. L’unica condizione che viene posta – e che accoglie di fatto una delle richieste avanzate dall’associazione Vittime del Salva Banche – è l’estensione della possibilità di accedere alla procedura arbitrale anche a coloro che hanno acquistato le obbligazioni subordinate “da intermediari diversi dalla banca emittente, fermo restando l’accertamento della responsabilità per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza” previsti dal Testo Unico.
Per quanto riguarda le osservazioni, la Commissione lascia mani libere al governo per decidere sui poteri di designazione e di nomina dei collegi arbitrali e su aspetti formali e minori de decreto. Mani libere anche sulla contestata emanazione di “linee guida” da parte delle camere arbitrali per rendere omogenea l’applicazione da parte dei collegi arbitrali dei criteri di valutazione: la Commissione Finanze si limita a segnalare che sarebbe opportuno cambiare l’espressione “linee guida” – che potrebbe generare confusione – con “la previsione dell’elaborazione di atti di indirizzo volti a stabilire i criteri di merito” e chiede anche di valutare “l’opportunità di prevedere che i predetti criteri possano essere integrati sulla base delle evidenze accertate nel corso di procedimenti giudiziari in corso oppure delle evidenze riscontrate dalle autorità di vigilanza e controllo”. Purtroppo si tratta solo di un’osservazione e non di una condizione e il governo potrà tranquillamente non tenerne conto. In ogni caso, l’iter del decreto è concluso e la palla torna in mano al governo. C’è da scommettere però che passeranno altri mesi prima che il testo definitivo entri in vigore, che vengano nominati i collegi e che questi divengano operativi. Poi i risparmiatori potranno finalmente ricorrere e, se tutto andrà per il verso giusto, forse tra un anno arriveranno i primi risarcimenti.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez