Dieci indagati, sequestri per un valore di 170 milioni di euro e una serie perquisizioni per quello che è stato un impero della grande distribuzione in Italia. La Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito un’operazione nei confronti di 10 persone, tra cui i soci fondatori, per il dissesto della Mercatone Uno di Imola, la catena di distribuzione di mobili, caduta in crisi negli ultimi anni e che a fatica sta provando a rialzarsi. Per tutti gli indagati l’accusa è quella di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione: secondo le Fiamme gialle avrebbero prosciugato la struttura commerciale attraverso una serie di manovre finanziarie e societarie. La catena di distribuzione due anni fa era entrata in amministrazione straordinaria, schiacciata da 500 milioni di passivo che avevano messo a rischio il futuro di oltre 3mila dipendenti sparsi in tutta Italia. Un dissesto finanziario che, secondo la Guardia di finanza, è stato provocato non solo dalla crisi economica generale che ha colpito i consumi, ma anche dalle operazioni finanziarie dei suoi vertici fra il 2005 e il 2013.

L’inchiesta della procura della Repubblica di Bologna è ancora aperta ed è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto Michele Martorelli. Sul campo lavorano gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bologna guidati dal colonnello Luca Torzani. Iscritti nel registro degli indagati i due soci storici del Mercatone Uno Romano Cenni e Luigi Valentini, alcuni loro familiari e altri manager.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, che andrà verificata nel corso delle indagini, tutto inizia tra il 2005 e il 2007 quando i vertici del gruppo attuano una riorganizzazione societaria. A gennaio 2006 creano la Mercatone uno Holding (a sua volta divisa in Mercatone Uno Estate e Mercatone Uno Business) e un fondo immobiliare (Mercatone uno Property fund) al quale trasferiscono gli immobili del gruppo. Prima però aumentano i canoni di affitto pagati dalle società – interne al Gruppo – che gestiscono i centri vendita. Secondo i finanzieri, è proprio grazie a questa operazione che, al momento della riorganizzazione, si creano riserve per 140 milioni di euro che finiscono nella pancia delle nuove società.

Nel giugno 2007 ne vengono costituite altre due in Lussemburgo, riconducibili a Cenni e Valentini, alle quali la Mercatone Uno Estate vende, a rate, gran parte delle quote del fondo immobiliare per un valore di 170 milioni di euro. Da allora in avanti, secondo le Fiamme Gialle, sarebbe stato creato un sistema per far sì che che i pagamenti delle rate per la cessione di quegli immobili avvenissero con denaro dello stesso Gruppo Mercatone Uno: cioè con la distribuzione ai soci – dunque anche a Cenni e Valentini – di quelle stesse riserve create in precedenza attraverso la riorganizzazione societaria e l’aumento dei canoni di locazione.

Infine tra il 2012 e il 2014, terminato il pagamento delle rate, secondo l’accusa Cenni e Valentini smontarono la struttura delle società estere e riportarono il patrimonio immobiliare del gruppo alla società Cve, da loro stessi controllata e che ha continuato finora a incassare i canoni di locazione dalle società del gruppo Mercatone Uno. Secondo la Guardia di finanza gli indagati, tramite le loro società lussemburghesi e in seguito la Cve (ora sotto sequestro preventivo), hanno incassato negli anni canoni di locazione in maniera indebita per almeno 100 milioni di euro.

La famiglia Cenni, in una nota dell’avvocato Luigi Lebro “si dichiara estranea a qualsiasi illecito e ritiene che l’analisi degli stessi documenti oggi sequestrati dimostrerà la piena legittimità del proprio operato”. Tutto secondo le regole spiega dunque il difensore: “L’operazione di scorporo immobiliare (spin off) del 2006 di parte degli immobili del Gruppo Mercatone Uno – dice l’avvocato Lebro – venne condotta secondo modalità assolutamente consuete, verificata da primari consulenti, nel pieno rispetto della normativa e fu approvata dagli organi istituzionali di controllo; l’operazione fu concepita ed attuata nell’esclusivo interesse del Gruppo e non certo per quello dei soci”.

Intanto la situazione di Mercatone uno, nonostante il buon andamento degli affari nel 2015-2016, continua a essere delicata. Nel settembre 2016 è andata a vuoto l’offerta di acquisto e i commissari giudiziali, nominati due anni fa, in base alla legge Marzano, stanno preparando una nuova gara.

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