L’ordine di compiere la strage sarebbe arrivata direttamente da un emiro dell’Isis a Raqqa, roccaforte siriana dell’organizzazione. È quanto ha confessato, stando al quotidiano turco Hurriyet che cita fonti delle autorità, Abdulkadir Masharipov, militante uzbeko dello Stato Islamico che la notte di Capodanno ha ucciso 39 persone a Istanbul.

L’uomo, arrestato lunedì sera, avrebbe riferito che inizialmente voleva eseguire il suo attacco in Piazza Taksim, ma “c’erano troppe misure di sicurezza” e così avrebbe deciso di dirigersi verso il club Reina. “Ho contattato la persona che mi aveva dato l’ordine. Abbiamo deciso che Taksim non era adatta all’attacco e mi ha ordinato di raggiungere un nuovo obiettivo. Ho viaggiato lungo la costa con un taxi e alle 10 di sera il club Reina mi è sembrato adatto”. Masharipov ha spiegato che arrivato sul luogo ha notato che non c’erano “molte misure di sicurezza“. Quindi è “andato a casa” e ha preso l’arma e in seguito ha “attaccato il Reina”.

Secondo la polizia, l’uomo, che sarebbe stato preparato all’uso delle armi in un centro di addestramento di al Qaeda in Iraq prima di aderire all’Is, è arrivato a Istanbul da Konya il 16 dicembre scorso e si sarebbe sistemato in una casa dell’Is nel quartiere Basaksehir e, due giorni prima dell’attacco, si sarebbe trasferito nel quartiere di Zeytinburnu, vicino alla discoteca. Dopo la strage di Capodanno – ricostruiscono gli inquirenti -, Masharipov si sarebbe recato in un ristorante uiguro del suo quartiere, dove avrebbe trascorso il resto della serata. E infine, grazie all’aiuto di due persone tra cui un iracheno, si è rifugiato nella casa del quartiere Esenyurt in cui è stato catturato, insieme all’intestatario dell’affitto, un iracheno, e tre donne. Mentre il figlio di 4 anni di Masharipov, prima del blitz della polizia, sarebbe stato consegnato a una cellula dell’Isis.

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