I tifosi del Milan se lo chiedono da mesi. E i dubbi sono aumentati dopo lo slittamento del closing a marzo. Da dove arrivano i soldi con cui sono state pagate le due caparre negli scorsi mesi? E perché quei 200 milioni sono riusciti ad arrivare nelle casse di Fininvest, mentre il saldo si dice non avvenga a causa delle autorizzazioni governative di Pechino? Una risposta l’ha fornita Calcio&Finanza pubblicando in esclusiva un documento che ricostruisce da dove siano partiti i 100 milioni della seconda caparra, versata lo scorso 13 dicembre, e necessaria per lo slittamento della compravendita del 99.93% del club di tre mesi, dopo il rinvio del primo closing fissato ad agosto e previsto a dicembre.

“Una risposta arriva da alcuni documenti ufficiali di alcune società veicolo del gruppo Sino-Europe Sports Investment”, che Calcio&Finanza ha potuto consultare. In particolare si tratta “di un contratto di pegno sull’intero capitale della società veicolo Rossoneri Champions (con sede ad Hong Kong), che la società controllante Rossoneri Sport Investment (anch’essa con sede nell’ex colonia britannica) ha concesso come garanzia alla società che ha effettivamente messo a disposizione le risorse utilizzate per la seconda caparra”.

E qui viene il punto. Perché quest’ultima, la Willy Shine Internation Holdings Limited ha sede a Tortola, nelle Isole Vergini britanniche, uno dei paradisi fiscali più noti al mondo. Secondo Calcio&Finanza, proprio nel giorno in cui Sino Europe ha girato a Fininvest la seconda caparra da 100 milioni, Willy Shine International Holdings “ha effettuato un prestito di circa 102 milioni di euro a Rossoneri Champions, ottenendo come garanzia il pegno sull’intero capitale di quest’ultima”, un’inezia rispetto al prestito, visto che il capitale sociale della Rossoneri è di 12mila euro. Sarebbe quindi questo il modo con cui Sino Europe ha fatto fronte agli impegni presi per l’acquisto del club dalla holding della famiglia Berlusconi.

È impossibile risalire a chi effettivamente controlli la Willy Shine International Holdings, quindi di chi siano davvero i fondi arrivati nelle casse di Fininvest, poiché le società registrate alle Isole Vergini Britanniche non hanno obblighi di pubblicazione dell’elenco dei propri amministratori e tanto meno dei propri azionisti. Le fonti vicine alla trattativa, interpellate da Calcio&Finanza, sostengono che “i capitali utilizzati per pagare la caparra sono integralmente di Sino-Europe Sports Investment”, ma dai documenti a disposizione dello stesso sito, l’unica certezza è che a firmare il contratto tra Willy Shine e Rossoneri Champions sono stati Ren Yubing per conto della prima società e Chen Huashan per Rossoneri. Huashuan è segnalato da mesi come uno dei referenti di Sino Europe, ma su di lui si sa poco, anche meno dei nomi venuti allo scoperto, Han Li e Yonghong Li, con quest’ultimo che – sempre che non si tratti di un caso di omonimia – è tra i personaggi emersi nei Panama Papers.

Chi c’è dunque dietro almeno una delle due caparre versate finora? Impossibile comprenderlo a fondo. La cessione resta comunque ingarbugliata, tanto che nelle scorse settimane anche il consigliere comunale di Milano, David Gentili, presidente della Commissione Antimafia del capoluogo lombardo, aveva suonato il campanello d’allarme e chiesto trasparenza: “Abbiamo una situazione particolare ed emblematica per il contrasto al riciclaggio e la possibilità che strutture opache agiscano a Milano”. E come segnalato da ilfattoquotidiano.it, il problema resta principalmente uno: se la trattativa andrà a buon fine, i nomi dovranno conoscersi per forza e saranno vagliati dalla Figc, ma se la cessione dovesse sfumare, almeno 200 milioni saranno arrivati in Italia con il concreto rischio di non sapere chi li ha realmente versati.

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