Non si ferma la caccia al terrorista che la notte di Capodanno ha ucciso 39 persone nella discoteca Reina di Istanbul. Iakhe Mashrapov, 28enne con passaporto del Kirghizistan che la tv di Stato turca Trt in mattinata aveva identificato come il killer per via di una somiglianza con l’uomo che compare nel video-selfie diffuso lunedì, è stato scagionato: è solo un commerciante che viaggia spesso in Turchia per affari. Intervistato dall’agenzia di stampa AkiPress, l’uomo ha smentito ogni legame con l’attentato, sostenendo di essere stato a Istanbul dal 28 al 30 dicembre e poi ancora dal primo gennaio a oggi, mentre il 31 si trovava nel Paese d’origine. E in effetti, dopo un breve interrogatorio all’aeroporto della capitale, Mashrapov è stato rilasciato. Le autorità turche non hanno ammesso che ci sia stato uno scambio di persona, ma i servizi segreti kirghisi hanno confermato che non c’entra nulla con la strage del Reina.

Le ricerche dunque continuano e si concentrano sempre sulla pista delle repubbliche ex sovietiche. Secondo Hürriyet, l’attentatore sarebbe arrivato in Turchia dal Kirghizistan nel novembre scorso, stabilendosi con i due figli e la moglie nella città di Konya, in Anatolia, assieme ad altre tre famiglie straniere. Da lì si sarebbe recato a Istanbul a fine dicembre per poi compiere il massacro. Si tratterebbe di una figura esperta, con alle spalle un periodo di addestramento all’uso delle armi in Siria. Avrebbe usato, in particolare, tecniche imparate nella guerra civile in corso dal marzo del 2011. L’uomo infatti, prosegue il quotidiano, ha sparato tenendo l’arma al fianco e non come un cecchino. Per la sua abilità di combattente, l’uomo sarebbe stato “selezionato appositamente” dall’Is per compiere l’attacco di Istanbul.

Vari media turchi hanno diffuso le immagini di un video in cui si vede il presunto attentatore camminare per le strade di Istanbul, nell’area di piazza Taksim. Ed è stato in seguito alle segnalazioni di alcuni vicini di Konya che la polizia si è concentrata su questa città. Proseguendo nelle indagini, la polizia ha compiuto una vasta operazione nei quartieri di Zeytinburnu e Basaksehir, nella parte europea di Istanbul. Il vice premier turco Numan Kurtulmus ha spiegato che si è in possesso delle impronte digitali e della descrizione fisica dell’attentatore, promettendo una “rapida” identificazione del sospetto. “Speriamo non solo di trovare il terrorista, ma anche quelle persone che lo hanno aiutato all’interno e all’esterno del club”, ha detto Kurtulmus.

Intanto sono state perquisite otto abitazioni e fermate persone originarie dell’Uzbekistan e del Kirghizistan, che si sospetta abbiano collegamenti con l’attentato e con l’Isis. Fermati anche due stranieri all’aeroporto internazionale Atatürk. Sarebbero in tutto 16 le persone arrestate tra Istanbul e Konya in relazione ai fatti di Capodanno. E mentre emergono nuovi interrogativi sulla dinamica dell’attentato – per esempio, come è possibile che l’uomo conoscesse tutte le porte di uscita della discoteca Reina, anche quelle note solo al personale? – il governo ha proposto l’estensione dello stato di emergenza per tre mesi. Si tratterebbe del secondo prolungamento dal fallito golpe del luglio scorso.

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