Parte bene il nuovo anno per quanto riguarda controlli e ispezioni sulla sicurezza dell’Alitalia e delle altre 60 compagnie titolari di Certificato aereo (Coa) che operano negli aeroporti italiani. In extremis, quando la situazione stava ormai precipitando, il governo ci ha messo una pezza. Con il decreto Milleproroghe il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno permesso di tirare il fiato all’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile che tra i suoi compiti principali ha proprio quello della sorveglianza sulla sicurezza degli aerei che fanno scalo in Italia. Il governo ha consentito all’ente aereo di assumere “non oltre venti piloti professionisti”, impedendo che si aprissero buchi preoccupanti e vistosi nei team di controllo dei principali aeroporti nazionali, da Fiumicino agli scali lombardi.

Le assunzioni sono consentite “in via transitoria”, fino al dicembre del 2018. In pratica i neoassunti a termine sono soprattutto piloti già in forza all’Enac che stavano per lasciare l’incarico perché il 7 gennaio sarebbe scaduto il loro contratto. Tra questi c’è anche l’ispettore di volo di Roma dove ha la sua base principale Alitalia, compagnia di nuovo sommersa da un mare di guai, arrivata nei giorni passati a un soffio dal terzo fallimento in meno di un decennio.

Ai piloti Enac viene rinnovato il contratto per un paio d’anni con un intervento che è senz’altro un passo in avanti, ma che proprio in quanto caratterizzato dalla temporaneità non può essere la risposta definitiva al problema della scarsità del personale a disposizione dell’ente di controllo per i compiti di sorveglianza sulla sicurezza aerea nazionale. Alla decisione di scongiurare lo smagliamento della rete delle ispezioni aeree il governo è oltretutto arrivato con fatica, al termine di un braccio di ferro tra ministri e in seguito alla segnalazione del direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, con una lettera dai toni molto allarmati inviata al ministro Delrio. Lettera di cui Ilfattoquotidiano.it era entrato in possesso e che aveva divulgato denunciando la precaria insufficienza del sistema dei controlli negli aeroporti.

In un primo tempo il ministro dell’Economia Padoan si era opposto alla proroga del contratto degli ispettori volo dell’Enac. Il direttore dell’ente dell’aviazione si era allora rivolto al ministro Delrio per comunicargli che in seguito a quel divieto “lo scenario che si sta prefigurando comporterà inevitabilmente l’impossibilità già dai prossimi giorni di adempiere da parte dell’Ente agli obblighi istituzionali previsti dalle norme nazionali, comunitarie e internazionali per il mantenimento degli standard di safety (sicurezza ndr) degli operatori aerei”. Evidentemente il grido di dolore del direttore Enac è stato raccolto dal ministro Delrio che a sua volta è riuscito a convincere il collega dell’Economia ad allentare i cordoni della borsa. La spesa prevista per l’allungamento del contratto dei piloti Enac non è stratosferica: poco più di 1 milione di euro nel 2017 e una cifra analoga nel 2018.

In compenso i benefici sono molti. Prima di tutto viene evitato il peggioramento del livello dei controlli sulla manutenzione e sulla sicurezza degli aerei. E poi viene data una parziale risposta ai rilievi sul funzionamento dell’Enac avanzati dalle organizzazioni internazionali del trasporto aereo come l’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) e l’Easa che è una specie di Enac europea. In seguito a un’ispezione svolta ad aprile l’Easa aveva puntato il dito su un’altra anomalia dei controlli italiani, in parte affidati a ispettori dell’Aeronautica militare che con quella civile non dovrebbe aver niente da spartire.

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