Nel 1976 Fidel Castro diventa presidente di Cuba, carica che manterrà fino al 2008 quando gli succederà il fratello Raul.  A metà anni ottanta in concomitanza con il ritiro graduale, e dopo l’89 definitivo, del supporto militare ed economico dell’Unione Sovietica, Castro affronta il periodo più buio e di crisi dell’isola. E’ l’epoca del ritorno ad un’economia di sussistenza e l’incrinarsi degli ideali più “puri” della rivoluzione socialista di trent’anni prima. Gli anni novanta portano alle prime “riforme” strutturali volute anche da Castro: la nascita di piccole imprese private, la circolazione limitata del dollaro, la sostituzione di anziani membri del governo, la possibilità anche qui limitata di migrazione da Cuba. Dopo anni di accuse di reazionarismo rivolte alla Chiesa Cattolica, l’ateo Fidel nel 1996 visitò Roma e il Vaticano, poi ricambiò l’invito per Giovanni Paolo II a Cuba nel gennaio 1998 per una visita ufficiale che entrerà nei libri di storia.

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Fidel Castro morto, dai legami con l’URSS agli incontri con i Papi: le tappe fondamentali della vita del líder máximo

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