Esco dall’ospedale italiano in cui lavora Soleterre dopo avere assistito per due ore una mamma che sta con il figlio malato di tumore che ha appena subito un intervento di trapianto di midollo. Il ragazzo lotta per la vita.

Il ragazzo è seguito da medici e psicologi precari perché mancano i soldi per stabilizzare chi dovrebbe a sua volta rendere stabile quel momento in cui la vita se la gioca con la morte. Un’operazione ancora più difficile se oltre a chi sta male devi pensare a come sfamarti, pagare l’affitto e mandare a scuola i figli. Spesso i figli nemmeno li puoi fare perché sono un costo che non ti potrai permettere. I giovani medici spesso si separano perché non hanno neppure il tempo per trascorrere i momenti della vita per concepire altra vita. Lavorano sempre. 7 giorni su 7 per 15 ore al giorno. A contratti “alla come viene” chiamati borse di studio per la ricerca o altri grandi nomi per zero certezze.

Assistono bambini malati di tumore che hanno bisogno di loro. Delle loro cure ed attenzioni.

Nella nuova legge di Bilancio il ministro Lorenzin ha mantenuto il miliardo che sarà necessario per indire, forse, il maxi concorso che potrà finalmente assumere qualcuno di loro. Se ovviamente ci saranno davvero i soldi. Certo, perché inserire una voce nel bilancio preventivo non significa poi mantenere l’attività.

Leggo invece con grande rabbia e vergogna che il Parlamento ha dato il via libera alla spesa di 1 miliardo di euro per l’acquisto di nuovi carri armati ed elicotteri da attacco per l’Esercito.

Penso a Marco, Andrea, Elisa… ai tanti bambini e alle loro mamme che sono impegnati a lottare contro un tumore. Una lotta contro la disperazione e la malattia. I loro carri armati ed elicotteri si chiamano medici e psicologi. La politica italiana non cambia nella sua struttura più profonda, nelle scelte di fondo. Perché la salute viene prima della guerra. Soleterre continua a lottare, anche con un sms per raccogliere quei fondi che occorrono a migliorare le condizioni di lavoro e accoglienza anche negli ospedali italiani

Dedico ai bambini e alle mamme una ninna nanna speciale.

Trilussa 1915
La Ninna Nanna De La Guerra

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

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