Si è fatto da solo. E’ stato il primo sito di gossip politico/economico. Da notizie boom boom alle lezioni al master di giornalismo. Dalla rete ai social Dagospia, click dopo click, compie 16 anni. Miscelando il political/trash e scoop con abilità da dj, la sua vera passione. L’altra é collezionare Kiefer e paccottiglia kitsch. Ultra/Cafonal e Cafonalino sono diventati lo specchio (delle brame) di una Italia godereccia e pecoreccia che neanche la Grande Crisi ha schiantato. Padre saldatore e madre bustaia, Dago ha fatto il ragioniere, poi il bancario, il disc jockey al programma radiofonico Bandiera Gialla. Poi ha fatto il “lookologo” al programma arboriano Quelli della Notte, il regista di “Mutande Pazze” e un mucchio di altre cose. Il suo motto è sempre lo stesso: “Il gossip di oggi è la notizia di domani”. Il suo alterego è Alberto Dandolo, che nutre la massima considerazione per il gossip, o, se si preferisce, per il pettegolezzo, per la semplice ragione che, se si vuole andare alle origini del giornalismo, è da lì che si parte. Le prime giornaliste? Le capere, ricorda Dandolo, che andavano di casa in casa a cotonare chiome e a raccogliere confidenze. Il gossip è bello perché, donna Matilde Serao insegna, è come la puntura di una vespa: fa male ma dura poco. E del suo capo dice: “Per fare gossip ci vuole un fisico bestiale e un fiuto da segugio. Dago ha l’uno e l’altro”.
E, Renzi o non Renzi, Boschi o non Boschi, il pettegolezzo non morirà mai, tutt’al più si aggiorna.
E, piaccia o no, Dagospia ha avuto intuito geniale e capacità antesignana nel cambiare il sistema di comunicazione on line. E adesso vola su Sky, dal 24 ottobre, ogni lunedì, alle 21.15, tre minuti di dagopensiero spalmati prima del film da lui selezionato per il ciclo “Pastorale americana”.
Dago, il tuo scoop più sensazionale?
Andare in rete ogni giorno. All’inizio sono stato accolto da alta indifferenza e da basso snobismo. Sopravvivere per 16 anni, è stato un miracolo. C’e’ voluto anche disciplina e 12/14 ore al giorno davanti al computer. E la santa pazienza di mia moglie.
Errori clamorosi.
Tanti. Se ne cito uno, faccio torto a un altro. Li ho ammessi tutti. Mi hanno fatto lo stesso causa per diffamazione. Ho pagato di tasca mia. Qualche volta anche di più di quello che avrei dovuto.
I più permalosi.
I giornalisti. Sono tutti primedonne, moooooolto più degli attori. Ma ti prego, niente nomi.
I tuoi più insospettabili informatori.
Me li tengo per me.
Tra questi “confidenti”, l’ex presidente Francesco Cossiga. Lo hai sostituito?
Cossiga è una mancanza assoluta. Mi manca nel confronto, nella complicità, nel chiedere lumi a Colui che sa di più.
Hai detto che gli italiani hanno una passione segreta, quella di fare la spia…
Provano piacere nel raccontare le storie degli altri. E lo fanno più per una loro mediterranea socievolezza che per invidia.
Anche i più seriosi, abbottonati, sotto sotto, amano il gossip. Quale è il valico da non superare perché il gossip non perda credibilità?
Deve essere fondato, innanzitutto. Anche se il gossip non è la quintessenza della verità, ci deve andare molto, molto vicino. Ricevo mediamente un mucchio di informazioni anche dagli internauti. Il lavoraccio è verificarne l’attendibilità.
Quante click al giorno?
Oltre 900mila pagine aperte al giorno. Escludendo i siti con gruppi editoriali alle spalle come il Corriere.it e La Repubblica.it, Dagospia è il più cliccato.
Mentre la Grande Stampa ti ignorava, sei stato fra i primi supporter di Beppe Grillo…
In comune abbiamo spese di avvocati da capogiro.
C’e’ qualcuno che hai maltrattato ripetutamente…e poi si è ricreduto?
Tanti. Fra questi Afef. Credevo fosse una bella senz’anima.
E’ vero che se non sei su Dagospia, non esisti, come ha detto qualcuno?
Lo dicono gli altri.

Twitter@januariapiromal

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