John Stumpf, amministratore delegato di Wells Fargo, si è dimesso “con effetto immediato” dopo lo scandalo relativo ai conti bancari aperti dai dipendenti dell’istituto a nome di clienti del tutto ignari. Una vicenda per la quale sono stati licenziati 5.300 dipendenti e che è costata alla banca Usa, una delle quattro più grandi degli Stati Uniti, la condanna a pagare una multa di 185 milioni di dollari per “pratiche illegali”. Stumpf, che era in carica dal 2007, rinuncerà anche alla presidenza. Lo sostituirà il presidente e chief operating officer Timothy Sloan.

A fine settembre l’istituto aveva annunciato che Stumpf, che si era assunto la responsabilità delle truffa impegnandosi a intervenire e a rinnovare la fiducia nei clienti, non avrebbe ricevuto il bonus per il 2016 e avrebbe perso un premio in azioni valutato 41 milioni di dollari. Stop anche a tutte le stock option agli altri manager. La banca aveva poi avviato un’inchiesta interna. Il caso ha causato una bufera politica perché i bancari licenziati si sono difesi accusando i vertici, che avrebbero fissato vere e proprie quote di conti illegali che ognuno era tenuto a rispettare pena l’allontanamento. Una versione opposta a quella offerta dall’ormai ex amministratore delegato, che nella sua audizione in Senato aveva assicurato che non si trattava di un’operazione orchestrata.

Nel mirino anche la presidente della Fed, Janet Yellen, cui diversi senatori democratici hanno chiesto di affrontare il problema degli istituti “too big to manage”, che dovrebbero essere costretti a scorporare alcune attività.

 

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