La firma più importante, quella del sindaco Virginia Raggi sulla lettera di candidatura, ancora non c’è e non ci sarà. Le probabilità che il Campidoglio dica sì a concorrere per l’assegnazione delle Olimpiadi 2024 sono praticamente nulle. Salvo colpi di scena in questo momento impronosticabili. Il programma elettorale del primo cittadino e le idee in merito del Movimento 5 stelle, del resto, erano e restano chiare: i Giochi a Roma non si faranno. L’ennesima conferma è arrivata oggi dal blog di Beppe Grillo, che ha pubblicato un post a firma del presidente dell’Adusbef Elio Lannutti dal titolo emblematico: “Olimpiadi a Roma no grazie”. Un messaggio, quello pubblicato in Rete, che di fatto anticipa l’annunciata conferenza stampa della sindaca e chiude ogni spiraglio circa un parere positivo del Comune in merito al progetto. La questione, del resto, fa parte – e non poco – della crisi amministrativa capitolina di questi ultimi giorni. E il no della Raggi rappresenta la conseguenza diretta dell’intervento di Beppe Grillo. I retroscena in tal senso raccontano di un sindaco costretto ad esprimersi in maniera netta per il no ai Giochi dopo che negli ultimi tempi aveva accuratamente evitato di prendere una posizione precisa su Roma 2024. Un’indecisione che non è andata giù ai vertici del Movimento. Che ha messo alle strette la sindaca alle prese col caso Muraro: accettata la richiesta di tenere l’assessore in cambio del no immediato ai Giochi. Così sarà.
Nel frattempo, però, il blog di Grillo anticipa la posizione del M5s. Con le parole di Lannutti. Che scrive: “Le Olimpiadi o i Mondiali possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori – si legge sul blog di Grillo – i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi, effimeri sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici”.
In particolare, prosegue Lannutti, “Roma, che non si è ancora ripresa dai mondiali di Nuoto del 2009 (con un deficit di 9 milioni di euro), che ha lasciato debiti e macerie ancora tutte da smaltire, dopo l`inchiesta dei magistrati sui ‘grandi eventi’ e le ‘cricche degli appalti’ con imprenditori e funzionari pubblici coinvolti, come il palazzetto delle vele di Calatrava a Tor Vergata, 250 milioni di euro per un cumulo di cemento e un ammasso di ferro che potrebbe costare circa 700 milioni di euro; i 26 milioni di euro per la piscina di Ostia; i 13 milioni di Valco San Paolo; o la piscina costruita su suolo pubblico con fondi privati, poi offerta in concessione al Circolo Aniene, ha veramente bisogno delle Olimpiadi?”. “Adusbef – è la conclusione del post sul blog di Grillo – ritiene sacrosanta la decisione di far rinunciare Roma alla candidatura delle Olimpiadi, per offrire un segnale di serietà e rigore nella gestione dei conti pubblici, per evitare che si possa continuare a giocare sulla pelle dei giovani, mentre il Paese non è ancora uscito dalla gravissima crisi economica, etica e morale che da anni lo perseguita”.
“I romani hanno eletto Virginia Raggi, non Beppe Grillo. Aspettiamo dal sindaco di Roma la decisione sulla candidatura di Roma 2024” ha subito detto il senatore del Pd Andrea Marcucci, secondo cui “perdere la possibilità di avere i giochi olimpici ha dell’incredibile, io spero ancora in una risposta non autolesionistica”. Sullo stesso tono il corsivo pubblicato oggi su Avvenire, che nei giorni scorsi – in piena bufera Muraro – si era schierato al fianco di Virginia Raggi, ma che oggi ha parlato delle Olimpiadi come di “un’occasione di possibile buongoverno”. Il quotidiano dei vescovi ricorda le parole utilizzate in campagna elettorale dalla Raggi e dal Movimento per sottolineare l’errore di non accettare la candidatura: “Lo hanno detto in campagna elettorale: Roma sarebbe uscita dagli intrecci soldi-potere-corruzione che l’organizzazione di un’Olimpiade porta con sé. Oggi, la sindaca Raggi e i 5 stelle si schierano dietro a quelle promesse quasi fossero un baluardo contro i poteri forti (e tentatori) che, a loro dire, vorrebbero imporre la corsa ai Giochi 2024“. Non solo. “Una prova di fedeltà agli elettori o un muro contro muro ideologico? – chiede Avvenire – In fondo corruzione e malaffare si possono annidare dietro ogni scelta di governo. Il rischio è che ai romani non resti, come troppo spesso in questi anni, che di guardare la loro città che muore di anoressia politica per assenza di idee e di progetti concreti”. Il giornale della Cei, poi, pone una domanda ben precisa: “Ma se fosse questa la sfida? Di quelle che Grillo, Di Maio e Di Battista invocano nei loro comizi? Le Olimpiadi non sono il diavolo – sottolinea Avvenire – Nel loro ideale, anzi, si rispecchiano tanti valori a 5stelle. La rivoluzione non è rifiutarle (il mondo ne ha ancora bisogno) ma gestirle nell’onestà, in rete con il resto d’Italia, disegnando la Roma del futuro per il bene (non solo) dei romani. Mancare l’occasione può anche rivelarsi una rinuncia a governare”.