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Il pil dell'intero 2013 confrontato con la crescita del primo trimestre 2016 rispetto all'anno prima. Ma senza spiegarlo  - 4/7

Il premier ha scelto accuratamente i numeri da usare per raccontare agli italiani, in occasione dei suoi primi 30 mesi a Palazzo Chigi, "come stavamo prima dell’arrivo del nostro governo" e "come stiamo adesso". Nessun cenno all'aumento del debito pubblico, al fatto che l'occupazione sale solo per gli over 50 e alla restituzione del bonus. Quanto al pil, l'andamento negativo del 2013 viene confrontato con un "+1%" che è il dato - non paragonabile - relativo al primo trimestre 2016 rispetto allo stesso mese del 2015
Il pil dell'intero 2013 confrontato con la crescita del primo trimestre 2016 rispetto all'anno prima. Ma senza spiegarlo  - 4/7
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Il pil dell’intero 2013 confrontato con la crescita del primo trimestre 2016 rispetto all’anno prima. Ma senza spiegarlo 

Qui sulla chiarezza dei numeri ci sarebbe da discutere. Le slide renziane mettono infatti a confronto il calo dell’1,9% del pil nel 2013 con un misterioso “+1%”. Non è facile capire da dove esca quel dato visto che l’unico indizio è “dati Istat” e l’ultimo dato ufficiale diffuso dall’istituto sul pil è il +0% registrato nel secondo trimestre. L’unico +1% – volendo escludere che il governo abbia scelto di anticipare nelle slide la revisione delle sue stime di crescita per l’intero 2016 – si ritrova nelle rilevazioni sul pil del primo trimestre. Che rispetto all’ultimo del 2015 – il confronto più rilevante – è salito a dire il vero dello 0,3%. Ma ha invece registrato, appunto, un +1% rispetto ai primi tre mesi del 2015. E fu quello il dato rivendicato su Twitter da diversi esponenti del governo, che ora si ritrova sulla slide. Un numero superato, considerato che venerdì 2 settembre l’Istat diffonderà il dato definitivo sul secondo trimestre che dallo “0” si discosterà al massimo di un decimale. La crescita acquisita finora è dello 0,6% contro la previsione di un +1,2% inserita nel Documento di economia e finanza, che verrà rivisto a fine mese prendendo atto del rallentamento dei consumi interni e dell’export e della frenata dell’industria. Non è un caso se gli indici di fiducia di consumatori e imprese sono in calo: il primo in agosto è sceso ai minimi da un anno. Nonostante questo, una delle slide di Renzi festeggia il confronto positivo tra il valore attuale dell’indice (definito “fiducia dei cittadini”) e quello registrato durante il governo Letta (109,2 contro 94,5).

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