La calma (apparente) ritrovata in casa Tory e le scosse di assestamento del Brexit hanno messo un po’ in secondo piano l’altro grande duello che si sta consumando sul suolo britannico: a fine settembre, infatti, il Labour sceglierà il nuovo leader -o meglio- confermerà dopo appena un anno la fiducia a Jeremy Corbyn oppure archivierà questo temporaneo ritorno di fiamma dei progressisti inglesi per il laburismo di una volta, incoronando leader il semi-sconosciuto Owen Smith.

La questione interna al Labour, in realtà, richiederebbe più di un post ma un piccolo incidente mediatico, che in queste ore sta furoreggiando sui social, rende bene la misura della partita che si sta giocando nel Regno Unito. Qualche giorno fa, il segretario del Labour, Jeremy Corbyn, è stato immortalato mentre viaggiava da Londra, a bordo di un treno stipato -come tanti treni italiani-, diretto a Newcastle, seduto a terra. In un breve video pubblicato dal Guardian, il leader laburista ha detto di aver scelto di condividere gli stessi disagi degli altri passeggeri, pur potendo optare per la prima classe, concludendo con una chiosa “forse è tempo di nazionalizzare?”.

La battuta non è casuale: nel Regno Unito si discute da tempo a proposito di una delle ultime privatizzazioni dell’era tatcheriana -e anche una delle più indigeste- e dei suoi effetti. In tanti considerano l’esperimento un disastro rispetto al resto d’Europa dove le ferrovie sono ancora, in larga parte, a capitale pubblico. Tornando alla vicenda del viaggio di Corbyn, il video ha spopolato in rete e l’immagine del leader “persona comune” ha riscosso ampio gradimento. Ora però il colpo di scena: Virgin Rail, la compagnia ferroviaria del miliardario Richard Branson, non ha mandato giù la tirata d’orecchie di Corbyn. Ieri pomeriggio, l’ufficio stampa della compagnia ha diffuso un tweet con un estratto delle immagini a circuito chiuso dove si vede il leader laburista attraversare il treno mezzo vuoto. Lo stesso video è stato retwittato anche da Branson.

Da quel momento in poi è iniziato un ping-pong tra la segreteria del candidato e la compagnia ferroviaria, che una volta riversato sui social è diventato il tormentone della giornata. Diversi utenti, ad esempio, hanno risposto postando foto, video e testimonianze che confermerebbero la storia di Corbyn; Virgin è tornata alla carica assicurando che diffonderà altre immagini a sostegno della sua tesi.

Come è andata davvero, se il treno fosse pieno oppure no, quindi che abbia ragione Corbyn oppure Brenson, è un fatto marginale. Ciò che invece salta all’occhio è la battuta del leader laburista sulla rinazionalizzazione delle ferrovie e la risposta ‘militare’ di Virgin: Corbyn non è un personaggio pubblico insoddisfatto di un pessimo servizio ma -qualora vincesse la partita interna- un possibile candidato alla guida del paese. Che sia irrituale pubblicare i video di telecamere a circuito chiuso -notoriamente utilizzata per altri scopi- è stato già notato dalla stampa britannica ma che addirittura il “tycoon stellare” stesso entri a gamba tesa in questo modo, accusando un politico nazionale di aver messo in piedi una messinscena, è un fatto serio.

Non fosse altro perché il politico in questione è una minaccia agli affari di Brenson con la Virgin Rail. Per la cronaca, l’avversario di Corbyn, Owen Smith, si è tenuto fuori dalla vicenda.

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