Hanna Cohen, una ragazza 19enne parzialmente cieca e sorda, di ritorno dal St. Jude Children’s Research Hospital dove era stata sottoposta a trattamento chemioterapico per l’asportazione di un tumore al cervello, al passaggio per il controllo di sicurezza all’aeroporto di Memphis (Usa) fa scattare l’allarme a causa di piccole borchie che ha sulla maglietta. Gli agenti di sicurezza si insospettiscono per il suo atteggiamento disorientato e confuso e, ritenendola pericolosa, la picchiano a sangue, la sbattono a terra e poi l’arrestano con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. La storia è accaduta il 30 giugno 2015 ma è stato portato alla cronaca solo in questi giorni, dopo che la madre ha deciso di fare causa al personale del Transportation Security Administration chidendo un risarcimento da 100mila dollari, a cui vanno aggiunti i costi delle spese mediche e i danni morali ed emozionali provocati dall’incidente. Secondo la famiglia, lo staff dell’aeroporto ha agito discriminando la figlia nonostante le sue evidenti disabilità e non ha saputo offrire, dopo il chiarimento dell’errore, delle cure e un trattamento adeguato

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