Due milioni di euro in Svizzera e un’inchiesta per evasione fiscale. Era il febbraio dell’anno scorso e su Gino Paoli si scatenò una bufera che portò il cantautore a dimettersi dalla Siae. Oggi il quotidiano La Stampa riporta la notizia che l’inchiesta viaggia verso l’archiviazione perché se è stato accertato che i soldi erano davvero stati trasferiti fuori dall’Italia, allo stesso tempo non è possibile determinare quando il denaro – incassato in nero per esibizioni anche a feste di partito – è stato accumulato il tesoretto.

Quindi l’indagine sarà chiusa con una richiesta di non luogo a procedere per prescrizione. Il cantante, che tra l’altro era stato intercettato nell’ambito di un’altra indagine, lo scorso aprile aveva cominciato a trattare con l’Agenzia delle Entrate per chiudere la pratica per l’evasione da 800mila euro. Paoli avrebbe dimostrato che alcune operazioni sul conto svizzero sarebbero avvenute prima del 2008 ed è quindi impossibile datare la “dichiarazione infedele” contestata dalla Procura di Genova. Che quindi dovrà chiedere l’archiviazione.

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