L’inviato che si muove a spese della Regione rischia un “procedimento disciplinare”. A chiarirlo è il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che attraverso i social network commenta il caso, anticipato dal Fatto Quotidiano, dei fondi utilizzati dall’Agenzia di promozione turistica dell’Emilia Romagna, per pagare alberghi e cene di lusso ai cronisti. Iacopino non usa il guanto di velluto, si chiede se si tratta di “ospitalità o corruzione“. E poi sottolinea: “Li chiamano educational: io ti ospito e tu, giornalista, come potrai scrivere la verità se è negativa? Dobbiamo fare dei rieducational”.

La vicenda è stata sollevata da un’interrogazione della consigliera del Movimento 5 stelle, Raffaella Sensoli. Dopo aver raccolto nomi dei giornalisti ospitati dall’Apt Servizi (società in house della Regione) nel 2014 e nel 2015, con le relative spese, l’eletta dei 5 stelle ha chiesto spiegazioni in aula, nella seduta di martedì 26 luglio, puntando il dito su un sistema da 400mila euro, che a suo parere non ha nulla a che vedere né con l’informazione, né con la promozione del turismo. Per questo, assicura, segnalerà alcune spese anche alla Corte dei conti. “Un servizio all’interno di un tg – ha spiegato Sensoli in aula – che dovrebbe mirare all’informazione e non a diffondere messaggi promozionali  non è strategia di marketing. E non lo è nemmeno garantire con risorse pubbliche trattamenti di bellezza a giornaliste russe o ospitalità in alberghi di lusso a dirigenti Rai, già lautamente remunerati con soldi pubblici per fare il loro mestiere”.

Dall’altra parte l’assessore al Turismo, Andrea Corsini, ha difeso l’attività di Apt, parlando del risparmio ottenuto grazie alla promozione con i giornalisti. “I costi sostenuti da Apt Servizi per permettere alla stampa italiana e internazionale di raccontare l’Emilia-Romagna, visitandola, al fine di ottenere visibilità e valorizzazione delle tante offerte turistiche della nostra regione, sono di gran lunga inferiori rispetto alle tradizionali campagne pubblicitarie sui media. Il rapporto è di uno a dieci. In altre parole, campagne pubblicitarie tradizionali comporterebbero una spesa superiore anche di dieci volte rispetto all’attuale”. E il lavoro con i cronisti, ha spiegato, ha portato i suoi frutti. “Si dimostra di una straordinaria efficacia, visto che in questi mesi l’Emilia-Romagna è stata raccontata dalle più grandi testate internazionali, dal New York Times a Forbes, dal Sun al National Geographic China. Apt rende disponibile ogni giorno la rassegna stampa internazionale, basterebbe prenderla, leggerla e, volendo, farla quotare, per comprendere all’istante il valore del lavoro fatto. Non a caso il modello degli educational tour, gli inviti ai giornalisti a visitare e conoscere il territorio, è adottato da tutte le agenzie del mondo che fanno il lavoro di Apt”.

Nell’elenco dei cronisti italiani ci sono diversi inviati del Tg1, Tg2, TgR, Sky tg24, Sky sport, Mediaset e La Stampa, invitati a dormire nelle loro trasferte in alberghi a 5 stelle, come il famoso Grand Hotel di Rimini. Ma c’è anche un soggiorno di due giorni in suite di Guido Rossi, dirigente Rai e capo staff di Antonio Campo Dall’Orto, costato più di 850 euro. E sono messe in conto anche le camere pagate ad Antonio Farnè, giornalista Rai e presidente dell’Ordine dei giornalisti regionale. Gli educational tour per la stampa estera, invece, comprendono, tra le altre cose, giri in Ferrari, massaggi e bagni termali, e un pranzo all’osteria dello chef Massimo Bottura. Va detto che l’Emilia Romagna non è nuova a questo tipo di polemiche. Già nel 2012 la Regione fu travolta dallo scandalo delle interviste a pagamento, ossia quegli spazi sulle emittenti locali comprati dai consiglieri con i fondi dei gruppi. Vicenda che nel 2014 portò a una condanna della Corte dei conti.

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