Dovrà scontare tre mesi agli arresti domiciliari Luca Casarini, già leader dei centri sociali del Veneto e dei no global. Dopo le molte condanne legate alle manifestazioni degli antagonisti, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’occupazione di una casa Ater (l’ente che gestisce le case popolari) a Marghera, dove Casarini ha vissuto per molti anni. E’ stata infatti respinta la proposta del suo difensore di affidamento sociale presso il centro diaconale Valdese di Palermo. “Proponevo di rendere utili a qualcuno, oltre che a me, questi tre mesi, nel caso specifico a migranti ospitati nella Casa del Mirto – ha spiegato Casarini su Facebook – La questura di Palermo, anzi l’ufficio misure di prevenzione, ha inviato su di me una relazione pessima, che si concludeva con ‘non si escludono contatti con la criminalità organizzata e non’. Sarà formula di rito nel caso di un pregiudicato come il sottoscritto, ma detta da Palermo mi ha fatto impressione. Qui la criminalità organizzata è una cosa seria, coincide con una montagna di merda“.

Leader storico del movimento dei Disobbedienti, nel 2014 Casarini si è candidato per il Parlamento Europeo nella lista L’Altra Europa con Tsipras, senza essere eletto, e nel 2015 è entrato nella presidenza nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, il partito di Nichi Vendola. Ora, l’attivista dovrà scontare la pena ai domiciliari. “A giorni arriveranno i carabinieri e mi metteranno agli arresti a casa – scrive Casarini – Espresso divieto di comunicare all’esterno, di avere contatti con persone che non siano i miei familiari. Motivazione: sono pieno di condanne e di reati. Ora, i miei 4 anni sono relativi all’attivismo politico e sociale che ho sempre praticato e a violazioni di leggi ingiuste che mille e mille volte rifarei”.

Poi le elenca: “Bloccherei seduto sui binari ancora una volta quel treno carico di armi per la guerra in Iraq per il quale ho preso un anno di reclusione. Manifesterei contro la fiera del Biotech a Genova ancora con don Gallo, come allora, anche se mi è costato un altro anno. Disobbedirei ai centri di detenzione per migranti ancora e ancora, come feci a Trieste nonostante l’anno e mezzo di condanna. Occuperei e ristrutturerei con autorecupero come ho fatto con centinaia di altri organizzati nell’Agenzia Sociale per la Casa, altre abitazioni pubbliche tenute vuote e fatiscenti mentre tantissime persone ne hanno bisogno”. L’elenco è lungo. Casarini ha ricevuto numerosi fogli di via, la sorveglianza speciale ed è stato espulso da Israele, Colombia e Messico. E conclude: “Io i reati che mi attribuiscono li ho compiuti, e posso andarne fiero. Ma questi tre mesi avrebbe avuto più senso dedicarli ad altri piuttosto che stare chiusi in casa. Ma evidentemente a questi giudici interessava di più la vendetta che la funzione sociale della pena”.

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