Un uomo giusto per tutte le stagioni. Se sotto il governo di Silvio Berlusconi, Roberto Mazzei è diventato presidente dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato, sotto quello di Matteo Renzi ha conquistato la poltrona di sindaco dell’Enel. Un incarico di prestigio per il quale Mazzei è stato proposto direttamente dal ministero dell’Economia. Anche a dispetto delle proteste del Movimento 5 Stelle che ha ricordato come il suo nome sia emerso nell’inchiesta sulla loggia P4 in cui era indagato il faccendiere Luigi Bisignani che raccontò ai pm di Napoli di aver “segnalato Mazzei all’allora ministro Giulio Tremonti per fargli ottenere la nomina di presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato”.

La circostanza, smentita dall’ex ministro berlusconiano, ha però suscitato non poche polemiche sull’opportunità dell’incarico di sindaco all’Enel, già alle prese con gli imbarazzi generati dalla campagna Twitter per le dimissioni dell’amministratore delegato Francesco Starace (che poi ha inviato una lettera di scuse) e dal caso della start up finanziata grazie ai soldi dell’incubatore del gruppo. Il Movimento 5 Stelle ha anche presentato sulla questione un’interrogazione al ministero dell’Economia. Senza però riuscire a far cambiare idea al Tesoro sulla nomina che è stata formalizzata il 26 maggio. Forse anche perché Mazzei è uno che ha le amicizie giuste sia in politica che nel complesso mondo degli affari.

Nato a Lamezia Terme nel 1962, il nuovo sindaco dell’Enel è un esperto di finanza aziendale: da universitario studia alla Bocconi di Milano dove inizia anche ad insegnare prima di approdare in Cattolica ed infine all’Università di Sassari. Dottore commercialista e revisore dei conti, ad inizio carriera Mazzei lavora anche come consulente della Banca Mondiale e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo per alcuni progetti in Paesi dell’Est Europa. Il grande salto arriva però solo a metà degli anni ’90 quando il professore calabrese entra nel mondo della finanza come socio fondatore della società Medinvest. Al suo fianco ha un socio di peso: Mario Massari, marito di Laura Zanetti, figlia dell’ex padre padrone di Ubi, Emilio, amico fidato di Giovanni Bazoli. Assieme Mazzei e Massari portano a termine molti affari con Medinvest che si ritaglia un ruolo di primo piano nella consulenza di alcune rilevanti operazioni di finanza straordinaria in società quotate. Il business, insomma, cresce finchè i soci non decidono di cedere l’attività a Centrobanca, a sua volta controllata dalla Ubi di Zanetti.

Per Mazzei l’addio a Medinvest segna l’inizio di una nuova fase costellata da consulenze prestigiose e redditizie: fra il 2004-2007 con Pirelli Re e Lehman il professore calabrese segue la costituzione del fondo immobiliare Diomira e la successiva acquisizione dei portafogli nel mattone della cassa dei medici Enpam e di UBI Banca. Intanto si moltiplicano anche gli incarichi: per nove anni (dal 2003) è consigliere di Alenia Aeronautica. E poi ancora componente del cda di Ansaldo Breda (2012-2013), sindaco di Snam (2006-2012) e di Eni power (2006-2009) per arrivare fino a “Il Dominicale” di Marcello Dell’Utri. Nel 2009 arriva la poltrona all’Istituto Poligrafico con l’ondata di polemiche che segue la notizia della sua vicinanza a Bisignani. I due sono anche soci nella Four Advisoring e nel gruppo immobiliare, Red srl. Senza contare che Mazzei ne è anche consigliere fino al 2008 quando ricopre l’incarico di vice presidente della Ilte di Vittorio Farina, lo stampatore per cui il lobbista lavorava, noto anche per essere fornitore del Poligrafico per i modelli delle dichiarazioni dei redditi.

Non è questo l’unico punto di contatto con il delicato mondo dei media: nel 2009 Mazzei è anche presidente di una società di comunicazione, la Pms, che fa gola a Daniela Santanché e alla sua Visibilia. Inoltre è anche direttamente interessato alla partita: ha infatti investito nella Principia sgr che, secondo quanto riferito da Formiche.net, ha rilevato quote di Citinews, una piattaforma di informazione metropolitana. “I piani di Santanché, Mazzei e Bisignani hanno un obiettivo: dare vita a un polo editoriale di nicchia da sviluppare poi per linee esterne” spiega il sito. L’operazione di aggregazione riesce e Mazzei entra nel consiglio di Visibilia, ma i risultati non arrivano come testimonia il rosso 2014 da oltre 2 milioni di euro registrato dalla società milanese.

Nell’era di Renzi, infine, il professore calabrese ottiene il delicato incarico all’Enel che ricoprirà in contemporanea ad altri impegni: Mazzei resta infatti presidente del consiglio di amministrazione di GWM Capital Management, componente del cda della società quotata Bridge Management e della Finanziaria Tosinvest, società degli Angelucci, i padroni della sanità privata romana. E poi ancora è consigliere della start-up tecnologica, Im3D, di Ki Group, nonché di presidente del collegio sindacale della società del trattamento dei rifiuti Biancamano. Una sfilza di imprese che richiedono un impegno consistente. Fortuna che, all’Enel, per i sindaci non siano previste le stesse limitazioni nel numero di incarchi come nel caso dei consiglieri di amministrazione. Altrimenti, anche per il Tesoro, la nomina di Mazzei sarebbe stata davvero una missione impossibile.

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