Ho letto, seppure con grande curiosità ma pure diffidenza, dato che non vi è molta trasparenza sul suo esatto contenuto, del quesito referendario depositato da alcuni esponenti del centrodestra (dalla Lega a Forza Italia e partitini vari, con i soliti noti Giovanardi, Gasparri, Malan, Roccella, Quagliariello & Co., che se non parlassero di queste cose, diciamoci la verità, non se li filerebbe nessuno) contro la legge sulle unioni civili approvata l’11 maggio scorso, promulgata il 20 e in vigore dal 5 giugno prossimo.

Se è vero quello che leggo, il quesito è sicuramente inammissibile. Ma quello che è ancora più preoccupante è che, ancora una volta, le ragioni avanzate dal Comitato per il referendum sono falsate da una disinformazione che sta assumendo, soprattutto dopo l’approvazione della legge, contorni sempre più  grotteschi.

Il Comitato sostiene infatti di voler eliminare la parte della legge che discrimina le coppie eterosessuali. “Se dev’esserci la reversibilità, occorre che l’abbiano anche le coppie etero”, dicono. Quindi eliminiamo l’intera prima parte, dai commi 1 a 35, sull’unione civile, conservando unicamente la seconda parte sulle convivenze di fatto omosessuali ed eterosessuali. Ma il punto più ridicolo è il secondo. Per Eugenia Roccella (ex parlamentare Ncd ora al grupp misto), “la Corte costituzionale, con una sentenza del 2010, ha stabilito che all’unione omosessuale, ‘intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso’, spetta ‘il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone (…) il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri’. Con l’abrogazione parziale diamo attuazione alle richieste della Consulta, senza approdare alla sostanziale equiparazione con il matrimonio, come invece fa la Cirinnà. Se abrogassimo tutta la legge si porrebbe il problema di farne un’altra”.

Nulla di più falso. La Corte costituzionale ha sollecitato il Parlamento a fare una legge sulle unioni omosessuali, e non sulle convivenze. Che poi il legislatore abbia deciso di disciplinare le prime insieme alle seconde, questo è un profilo ben diverso che attiene alla discrezionalità legislativa. Ma la parte sulle unioni civili è costituzionalmente necessaria, dunque ineliminabile senza creare un vuoto di tutela costituzionale. Non è vero, insomma, che la Corte costituzionale avrebbe limitato l’intervento legislativo a una blanda disciplina delle convivenze: “Si deve escludere, tuttavia,” dice la Corte (corsivo mio), “che l’aspirazione a tale riconoscimento – che necessariamente postula una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia – possa essere realizzata soltanto attraverso una equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. È sufficiente l’esame, anche non esaustivo, delle legislazioni dei Paesi che finora hanno riconosciuto le unioni suddette per verificare la diversità delle scelte operate.” Di cosa stanno parlando?

Ma la cosa più grave è che il Comitato ignora – a questo punto, mi vien da dire, in palese mala fede – è che l’articolo 75 della Costituzione vieta il referendum “per le leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali“. Il 21 luglio 2015, infatti, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia proprio per l’assenza di una legge in materia di unioni omosessuali (ancora: di unioni omosessuali, non di convivenze in generale!), sicché se la si abrogasse per via referendaria si otterrebbe il risultato, che i Costituenti nella loro infinita lungimiranza hanno voluto escludere ed evitare con questa clausola, di porre l’Italia in una condizione di violazione del diritto internazionale, nello specifico della Convenzione europea dei diritti umani, che l’Italia ha ratificato e la cui legge di ratifica incorpora necessariamente anche le sentenze della Corte.

Ecco perché il referendum, oltre che inammissibile, è pure figlio dell’ignoranza, perché è solo giocando con la Costituzione che si può volere l’esclusione di una minoranza di cittadini dalla necessaria e doverosa tutela della legge.Ah, tra parentesi, la reversibilità le coppie etero già ce l’hanno: basta che convolino a nozze.

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