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Andrea Bulgarella, la Cassazione annulla il dissequestro degli atti dell’inchiesta antimafia di Firenze e rinvia al Riesame

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della Dda e annullato la decisione del Tribunale del Riesame che aveva dato ragione al costruttore siciliano accusato di aver commesso alcuni reati finanziari con l'aggravante di aver favorito la cosca che fa capo a Matteo Messina Denaro. Nella stessa inchiesta coinvolto anche Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit. Ora gli indagati dovranno presentarsi davanti a una nuova sezione. Legali: "Accuse senza fondamento"
Andrea Bulgarella, la Cassazione annulla il dissequestro degli atti dell’inchiesta antimafia di Firenze e rinvia al Riesame
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La Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze che il 28 ottobre 2015 aveva a sua volta annullato il decreto di perquisizione e disposto il dissequestro dei documenti riguardanti i rapporti tra il costruttore siciliano Andrea Bulgarella e Unicredit, nell’ambito dell’inchiesta della Dda su una serie di presunti reati finanziari aggravati dall’ipotesi di aver favorito Cosa Nostra. Contro il Tribunale del Riesame la Procura di Firenze aveva fatto ricorso in Cassazione.

Ora la seconda sezione penale della Suprema corte Corte, annullando l’ordinanza, ha rinviato a un’altra sezione del Tribunale del Riesame, che dovrà pronunciarsi nuovamente. Bulgarella, e altri sette indagati tra cui il vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, dovranno tornare davanti ai giudici del capoluogo toscano nell’ambito dell’inchiesta legata al sequestro degli atti che secondo la Direzione distrettuale antimafia proverebbero i presunti rapporti indiretti tra l’imprenditore e la cosca che fa capo alla primula rossa di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro.

Gli ermellini non hanno dunque accolto la richiesta del pg Ciro Angelillis, che aveva ribadito la tesi del Riesame: “L’ipotesi accusatoria – ricorda il Tirreno – secondo cui Bulgarella avrebbe intrapreso le sue attività imprenditoriali nel territorio toscano attraverso il reimpiego di denaro di provenienza illecita con la collaborazione di alcuni dirigenti della banca Unicredit appare talmente in contrasto con le emergenze procedimentali da non poter essere neanche ipotizzata in astratto”.

“Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione”, ma “siamo sin d’ora certi che esse non riguardano in alcun modo la posizione di Andrea Bulgarella e delle sue società rispetto ai fatti contestati, che erano e rimangono di nessun fondamento”. E’ quanto affermano in una nota i legali dell’imprenditore siciliano trapiantato a Pisa. “La decisione della Corte – scrivono gli avvocati Tullio Padovani, Andrea Bottone, Francesco Marenghi e Giulia Padovani – investe piuttosto il ruolo e il grado di controllo del giudice del riesame sulle iniziative di acquisizione documentale del pubblico ministero. E proprio il caso di specie dimostra che si tratta di un tema che è aperto a diverse conclusioni, visto che la procura generale presso la Corte di Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso”.

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