La lentezza ad alcuni piace, ad alcuni fa schifo. C’è chi prova a rallentare, molti dicono che ne avrebbero bisogno, ma non ci riescono, altri si sentono bene solo correndo sempre più.

Scrive Franco Bolelli su Facebook: “Detesto la lentezza. Detesto aspettare. Detesto i rinvii, gli attendismi, i “pensiamoci”, i “ne parliamo piu’ avanti”. Detesto tutto quello che procrastina i tempi delle scelte e delle decisioni, tutto quello che sposta il traguardo. Detesto l’ammorbante, inconcludente possesso palla. E’ vero che anche fare tutto troppo in fretta –come faccio io- comporta un sostanzioso numero di errori. Ma la lentezza dei riflessi andrebbe considerata come una grave patologia. E la pazienza può forse essere necessaria, ma è spossante e molesta. Abbiate pure idee tremende: ma ve ne prego, allenate gli scatti, gli slanci, le impennate, coltivate rapidi riflessi istantanei!”.

Qualcuno mi segnala il post e mi chiede di rispondere, potrei dire che la lentezza è un po’ come il colesterolo, c’è quello buono e quello cattivo (è ovvio che certe cose danno fastidio a chiunque) preferisco parlare di alternanza, in realtà non si può andare sempre adagio o sempre forte, è questione di equilibrio, di ritmo, correre sempre non fa bene a nessuno, reagire di scatto anche. Molti ci sono costretti, tanti ci si costringono, anche quando non ce n’è bisogno.

Da quel freddo 19 febbraio 2007 della Prima Giornata della Lentezza sono successe tante cose e il mondo è cambiato. Quel lontano evento ebbe un successo mediatico incalcolabile e inatteso, fu nei titoli di testa di tanti Tg. La Lentezza, che faceva sorridere, è emersa, è a disposizione, può essere considerata un bene comune. Qualche cosa di più di una trovata, un’idea, di sicuro una proposta gratuita. Nel tempo è diventata persino trendy, ma se non avesse colto una necessità sarebbe passata come tutte le mode, invece sempre più persone si sono trasformate in ricercatori di una vita più soddisfacente e per cominciare hanno rallentato. Oggi c’è però molta noia in giro e la gente che chiede freneticamente novità, curiosità, iniziative straordinarie, ha smarrito il tempo e il gusto del saper godere, cerca l’eccesso. Da quel lontano febbraio, di multe per strada a ignari passanti frettolosi, le iniziative sono aumentate e cresciute, tanto da coinvolgere Università come per lo Slow Brand Festival della Cattolica di Milano o Vivere gli avanzi del Politecnico Design, ci sono sempre quelli che la prendono in allegria, come Slow Run o VoRaBe a Padova, che organizza una traversata in laguna su un sandalotto buraneo.

Un po’ per celia e un po’ per non morire, quello che conta è che faccia riflettere, a cominciare da un giorno, da un piccolo gesto, il prossimo 9 di maggio.

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