Si respira già il clima di una nuova competizione elettorale nell’aria tersa di Madrid. Il presidente in carica, Mariano Rajoy, dopo mesi vissuti nella penombra oscurato dal dinamismo di Pedro Sánchez, il leader dei socialisti incaricato di formare il governo, torna ad affilare le armi. Pablo Iglesias di Podemos ammicca al partito comunista del giovane Alberto Garzón. La stampa conia nuovi tormentoni linguistici: “26-J” è l’acronimo di 26 Junio (giugno), la possibile data delle nuove elezioni. E poi “sorpasso”, termine mutuato dal lungometraggio di Dino Risi, film degli anni 60 divenuto cult anche in Spagna; è il sorpasso la vera ossessione di Iglesias, superare in voti il Psoe e diventare, con la spinta dei movimenti regionali e dei comunisti di Izquierda Unida, il primo partito di sinistra. Questo per mettere all’angolo i socialisti e obbligarli a scegliere tra la “grande coalizione”, con i conservatori del Partido Popular, e un accordo di sinistra, in stile portoghese, stavolta a guida Podemos.

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Nuovi patti, geometrie variabili e vecchi rancori. I sondaggi dicono che l’impasse permane, con una “España rural”, tradizionalmente vicina ai conservatori e i grandi agglomerati urbani che premierebbero progressisti e indipendentisti. Secondo un rilevamento dell’istituto Sigma Dos commissionato da El Mundo, gli equilibri rimarrebbero invariati con leggero avanzamento di Ciudadanos, formazione di centro premiata per il senso di responsabilità nella (vana) ricerca di un’intesa di governo con i socialisti di Sánchez, i conservatori che segnano il passo e Podemos che non sfonda a sinistra, distanziata di una ventina di seggi dal Psoe.

Persino l’Italia sembra un paese stabile al cospetto delle irresolutezze iberiche. Qualche settimana fa il quotidiano El País, in un editoriale, vedeva con preoccupazione il dinamismo di Renzi. Il capo del governo italiano, in procinto di recarsi nell’Argentina del neo presidente Mauricio Macri, veniva descritto come un competitor scaltro, capace di approfittare dello stallo spagnolo per rinsaldare rapporti politici e soprattutto commerciali con il nuovo inquilino della Casa Rosada. Così, mentre il re Felipe VI riprende i suoi ultimi contatti con le forze politiche, la ronda de la impotencia (le consultazioni dell’impotenza) secondo la stampa spagnola, è già iniziato il “tutti contro tutti”, con i principali antagonisti a sinistra, Sánchez e Iglesias, che non si capiscono, parlano lingue diverse, eppure immaginano alleanze post elettorali. Sembra di rivedere il dialogo de Il Sorpasso tra Jean Louis Trintignant e Vittorio Gassman, nei panni di Bruno Cortona: “Ah, forse non è il caso. È sempre il caso!”.

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