In una domenica di ordinaria follia, durante la quale qualche testardo nostalgico della politica rappresentativa ha cercato di tendere un ultimo ponte tra istituzioni e cittadini con un referendum popolare, a dare il game over a qualunque forma di serieta’ c’ha pensato Ernesto Carbone.
Mentre fuori c’e’ chi ancora farnetica di partecipazione democratica, voto come esercizio dei propri diritti e volontà popolare, ad abbassare l’asticella del dibattito, esibendosi in un limbo dialettico, e a riportarci nel mondo reale, cioè Twitter, nel primo pomeriggio arriva lo scanzonato deputato cosentino che il governo Renzi ha messo nella valigia da mandare in Parlamento proprio perché svolgesse mansioni come questa.

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Allo scoccare delle 15 il fido Ernesto ha riportato noi Cenerentole del referendum nella nostra soffitta politica, ricordandoci da zelante Google Maps di governo qual è la nostra posizione attuale: «Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare #ciaone». Ciaone è l’emblema della politica degli aperitivi. La politica in cui essere cool è il must, la politica che parla come magna, in cui tutto è un game da vincere per passare al quadro successivo, la politica del tranch aperto e dell’inaugurazione di un nuovo locale dietro Montecitorio, la politica modernista fino alla destrutturazione del pensiero elementare.

Carbone è il Giacomo Balla del buonsenso, un futurista della politica nel senso alto del termine, un divisionista del pensiero complesso. Questa è la politica del “sotto l’hashtag niente”, frammenti di pensiero scomposto lanciati nella rete come proiettili volti ad offendere la logica e la serietà: parlamentari come animatori del Club Med che intrattengono gli elettori con lo sketch della trivella. Nasce così una nuova figura politica: lo scrannista. Lo scrannista è la versione politica del tronista di Uomini e Donne: seduto comodamente sul suo scranno -giusto il tempo della diretta sul canale Sky della Camera e poi via pronto per un talk show- il figlio della rottamazione va a dare mostra di sé sfoggiando la sua assenza di contenuto.

Fiero della sua evanescenza politica non dimentica mai il gel sui capelli; ignora la Costituzione ma non si fa mai trovare impreparato sull’ordine dei trend topic su Twitter; è ottimista per statuto ed elementare per formazione. Il suo compito è imparare a memoria la narrazione di colui a cui sa di dovere tutta la sua celebrità e ripeterla come un disco rotto in versione ulteriormente semplificata, funzionale ad inserirsi in dibattiti da 140 caratteri. Nei suoi sogni lo scrannista spera che un giorno venga creato il ministero della Semplificazione Verbale e che lui sia chiamato a sovrintenderlo. Intanto si prodiga per eliminare tutti i residui di ragionamento complesso, combatte la sua personale battaglia con le subordinate e prega che la sua Maria non decida di mettere sullo scranno qualcun altro. Fino ad allora da paura. Ciaone.

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