È durata sette ore e mezzo la sessione straordinaria della Suprema Corte per decidere il destino della presidente del Brasile Dilma Rousseff. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dall’avvocatura dello Stato contro la procedura di impeachment. Contro la presidente si sono espressi otto magistrati contro due. Non ci si attendeva una sentenza in tempi così rapidi ma il presidente della Corte stessa Ricardo Lewandowski è stato netto: “Situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali”.

Il voto della Camera dei Deputati sulla richiesta di impeachment, autorizzata lo scorso 2 dicembre, si basa sull’accusa di violazione della legge di responsabilità fiscale truccando i bilanci statali. Il futuro politico di Rousseff, cui è strettamente legato quello di Lula nominato ministro per evitargli l’arresto nell’ambito dello scandalo Petrobras, si deciderà il 17 aprile, quando i 513 deputati della Camera verde-oro voteranno la sua destituzione.

L’accusa contro la presidente è conseguenza della decisione della Corte dei Conti brasiliana (TCU) che, lo scorso ottobre bocciò i conti dello Stato del 2014 firmati dalla stessa presidente per un buco in bilancio da 106 miliardi di reais, circa 35 miliardi di euro al cambio dell’epoca. In Brasile hanno battezzato “pedalate fiscali” questo modus operandi di Dilma di ‘prendere a prestito’ miliardi dalle tre principali banche pubbliche – Banco do Brasil, Caixa Economica Federal e Bndes – senza prima fare approvare dal Parlamento ogni esborso, come invece prevede la Costituzione.

La Corte ha dato il via libera a una serie di tre sedute che inizierà oggi alla Camera dei Deputati e si concluderà domenica con un voto che deciderà se il processo potrà proseguire fino all’istanza finale del Senato. L’avvocato generale dello Stato, José Eduardo Cardozo, ha puntato il dito contro quello che ha definito un “vizio” che, a suo parere, ha “ferito a morte” il legittimo diritto di difesa della presidente, accusata di aver violato le leggi sul bilancio. Adesso il processo, se il voto di domenica sarà favorevole, rischia di finire in Senato.

Intanto si è ulteriormente allungata la lista di richieste di impeachment già depositate alla Camera dei deputati. La 36esima, certamente la più stravagante, è stata depositata dall’attore porno Alexandre Frota, diventato celebre dopo aver partecipato all’edizione brasiliana del Grande fratello e ora conduttore di un talk show su una rete televisiva sponsorizzata da gruppi di estrema destra legati alle chiese evangeliche.

Al suo fianco nella conferenza stampa in una saletta della Camera, il deputato Jair Bolsonaro, un ex capitano dei paracadutisti celebre per le sue posizioni in difesa della dittatura militare e della tortura nonché dichiaratamente razzista e omofobo.

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