La Guardia di Finanza in Comune a Livorno per acquisire una serie di documenti da vari uffici del Comune, tra i quali quello del sindaco Filippo Nogarin (M5s). Le fiamme gialle hanno raccolto sia fascicoli cartacei sia file informatici sui bilanci di Aamps, l’azienda di raccolta e smaltimento rifiuti partecipata al cento per cento dal Comune che da mesi è al centro di inchieste giudiziarie, polemiche politiche e un braccio di ferro tra amministrazione e lavoratori. Proprio Nogarin, peraltro, ha portato l’azienda al concordato preventivo in continuità per cercare di ripianare la situazione in rosso dell’azienda, accumulata nel corso degli anni. Una questione che aveva provocato anche difficoltà nella maggioranza di governo della giunta M5s che guida il Comune di Livorno dal giugno 2014. L’inchiesta riguarda diverse ipotesi di reato: false comunicazioni sociali, impedito controllo, abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, rifiuto o omissioni di atti d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta e peculato.
A condurre l’operazione è stato il nucleo di polizia tributaria di Livorno che da mesi indaga sulla gestione di Aamps. I finanzieri hanno chiesto documentazione relativa dal 2012 al 2015. Spiega il Tirreno che le fiamme gialle hanno raccolto il materiale nella stanza del sindaco Nogarin e in quella dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. “Se mancano 1,6 milioni di euro ce li metto”, ha detto Lemmetti alla Finanza uscendo dal suo ufficio. I militari si sono presentati, ha spiegato l’assessore ai giornalisti, in una richiesta di accesso agli atti consegnata al direttore generale per quello che riguarda la documentazione di Aamps a partire da giugno 2014.
Il sindaco Nogarin ha spiegato che da parte del Comune c’è la “massima collaborazione, come c’è sempre stata da parte nostra, del resto, visto che l’acquisizione di atti di oggi fa parte della stessa indagine che va avanti da un po’ di tempo. Sono stati acquisiti atti dal 2013 in avanti. C’è la massima volontà di permettere agli inquirenti di andare a fondo nell’inchiesta e se ci sono state delle azioni non corrette è giusto che vengano perseguite”.
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