Invocano l’ecologia. Ma sì, alla fine anche motivi di “decoro” e di sicurezza. Una cosa è certa, i ricchi abitanti del 16° arrondissement sono assolutamente contrari alla creazione di un piccolo campo profughi sul territorio del più esclusivo tra gli arrondissement parigini: simbolo dell’alta borghesia, monumento al conservatorismo e alle buone tradizioni à la française. I lavori, in realtà, stanno per iniziare. Ma loro sono decisi a dare battaglia.

È il comune di Parigi ad aver deciso la costruzione di questo campo, appena sei edifici modulabili, colorati e vagamente di design (sono stati concepiti da un pool di architetti). E, da un certo punto di vista era ora: gruppi di migranti vagano per la città da mesi, alla ricerca di un posto dove alloggiare. Finora sia il Governo che l’amministrazione della capitale (entrambi di sinistra) hanno sempre evitato di mettere su campi di questo tipo, per la paura che i profughi restassero sul posto e non sloggiassero (come desideravano) verso l’Inghilterra o altre destinazioni. Negli ultimi mesi, però, Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, ha detto basta. E ha varato questo progetto, destinato a dare un tetto ad appena 200 persone.

È tutto pronto, anche il permesso per costruire è sul punto di essere approvato. Sarà un campo provvisorio, per tre anni. La localizzazione? Fra i giardini di Ranelagh e l’ippodromo di Auteuil, sul bordo di uno dei parchi simbolo della metropoli, il bois de Boulogne. Un posto splendido, proprio davanti ad alcune ville di miliardari, influenti industriali, esponenti di spicco dello showbiz e rappresentanze diplomatiche. Peccato che proprio i vicini non siano per niente entusiasti. Già più di 40mila persone hanno firmato una petizione contro il campo che, nei programmi, dovrebbe essere inaugurato entro l’inizio dell’estate. “Quello non è un posto adatto ad essere abitato”, ha sottolineato all’agenzia France Presse Christophe Blanchard-Dignac, presidente del “coordinamento per la salvaguardia del Bois de Boulogne”. “Già siamo in una città dove ci sono pochi spazi verdi. Ma poi quelli che ci sono vengono fagocitati e destinati ad altro uso. È facile, tanto gli alberi non possono difendersi”. Ma per Blanchard-Dignac, già amministratore delegato di un gruppo come la Française des jeux, non è solo una questione di ecologia. Ricorda la vicinanza della piscina comunale di Auteuil e dice che “i genitori hanno paura, dopo le violenze commesse in Germania”. Pensa anche ai futuri abitanti del campo. E si chiede: “Saranno a loro agio in un quartiere così caro come il nostro?”.

Claude Goasguen è il sindaco del 16° arrondissement. È un esponente dei Repubblicani, lo stesso di Nicolas Sarkozy (che abita a casa di Carla Bruni, a poche centinaia di metri dal futuro campo: da loro, per il momento, nessuna reazione ufficiale). Goasguen è contrario al progetto, perché teme “l’arrivo di molti più migranti di quelli previsti”. “Già ci sono un bel po’ prostitute in quella zona – ha aggiunto – Ora anche i profughi. Mica deve diventare per forza un serbatoio di gente derelitta”. Assicura anche di aver proposto al comune delle alternative, come le rive della Senna, poco lontano, ma di non avere ottenuto alcuna risposta. Soprattutto condanna “una decisione presa in maniera univoca, senza alcuna trattativa”. La storia, comunque, non finisce qui. Il sindaco dice che “farà di tutto per impedire l’arrivo dei migranti”. E diverse associazioni di cittadini del quartiere hanno fatto ricorso in giustizia contro la decisione della Hidalgo.

Dominique Versini, assessore del comune di Parigi, responsabile della Solidarietà, ammette, con un pizzico di ironia, che “per gli abitanti del 16° arrondissement quella dei profughi è una scoperta choc. Ma, attualmente, la nostra amministrazione assicura 9700 posti letto d’emergenza per i senzatetto. E solo otto sono localizzati in quella parte di Parigi. Ora basta: anche il 16° arrondissement deve fare la sua parte”.

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