Io ci credo, non sono abituato a perdere e vado avanti come una ruspa“. Guido Bertolaso crede nella sua candidatura a sindaco di Roma per il centrodestra e pensa di avere delle chance di vincere. “Se mi faccio coinvolgere in una sfida è perché – dice al termine della due giorni su “Roma, l’Italia e l’Europa” organizzata da Forza Italia e il Ppe all’Hotel ergife di Roma – voglio dare il meglio di me stesso. Il traguardo non è far vincere un partito o l’altro, ma trasformare questa città. Sulla possibilità di fare delle primarie a Roma, visto che i candidati a destra si moltiplicano (Alfio Marchini, Francesco Storace, Irene Pivetti e Di Stefano), Bertolaso risponde: “Io sono un tecnico, non un politico. Non decido io”. Sulle sue vicende giudiziarie e la lettera degli aquilani ai romani aggiunge: “Io sono orgoglioso del lavoro fatto all’Aquila, sono una minoranza a contestarmi”, aggiunge. Priorità del suo programma è una lotta seria contro il degrado. “Strizza gli occhi a Salvini? No ai romani”, replica perentorio. E sull’emergenza topi ha la sua ricetta: “Non serve il pifferaio magico, non è necessario il premio Nobel per capire che serva una rattizzazione come nelle altre Capitali europee, solo eliminando il degrado e i rifiuti possiamo risolvere il problema”

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