“Il nostro intento era quello di illuminare il centro, accendendo tutte le luci, dire alle persone che per loro siamo e saremo un faro”. Un intento, appunto. Perché il laboratorio serale della legalità organizzato dal centro polivalente per minori e famiglie “Orizzonti”, nel quartiere San Pio di Bari, è saltato. “Ma mai nessuna pressione o intimidazione è arrivata da parte della mala” chiarisce netta la responsabile Samantha Faccilongo. E con ancora più fermezza lo ribadiscono il prefetto e il questore. “È categoricamente falso” – commenta seccamente il prefetto Carmela Pagano. “Il sindaco non ha nemmeno posto la questione durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza”, aggiunge il questore Antonio De Iesu.

Il riferimento è alle presunte pressioni dei boss del quartiere che avrebbero “consigliato” di non organizzare fiaccolate o manifestazioni in favore della legalità dopo l’omicidio delle scorse settimane. A fermare l’organizzazione del laboratorio della legalità sono state le mamme del quartiere. “Né loro, né noi siamo stati indotti da alcuno ad annullare l’evento – spiega ancora la Faccilongo – semplicemente, rispetto a quelli che solitamente organizziamo nelle prime ore del pomeriggio e che sono molto partecipati, questo lo avevamo fissato più tardi, dalle 19 alle 22. Ma qui, le strade di San Pio sono buie e le mamme in questo particolare momento hanno paura a rientrare a casa da sole”.

Il momento particolare, è il riaccendersi della faida tra i clan della città per il controllo del traffico della droga. Nel giro di sette giorni, nelle strade periferiche del quartiere, un sorvegliato speciale è morto per due colpi di arma da fuoco alla nuca, e un ragazzo di 28 anni è scampato per miracolo ad un’altra sparatoria in una strada vicina.

Qui, a San Pio, la mala c’è ed è un dato di fatto. E l’assenza di esercizi commerciali, di attività di intrattenimento, lo rende un deserto nelle ore serali. Il silenzio, in questi ultimi tempi, è stato interrotto dal suono degli spari. “Ma non è la presenza dei malavitosi che ha cambiato i nostri piani – insiste la responsabile del centro Orizzonti -. Qui vengono tanti familiari dei pregiudicati. Si lavora bene. Le mamme vogliono che i bimbi siano qui con noi, perché almeno sanno dove sono e che fanno”.

Il laboratorio si rifarà, “appena il sindaco metterà le luci”. Non era, comunque, in progetto una fiaccolata. Sanno tutti che qui, a San Pio, la maggior parte dei residenti non parteciperebbe. “Vuol dire schierarsi apertamente contro la mala – ci spiega Antonio – è troppo. Èmeglio chiudersi in casa e farsi i fatti propri”.

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