Multa di 150mila euro per i consiglieri M5s a Roma che non rispettano il programma e parere preventivo dello staff sugli atti del sindaco. Sono questi alcuni dei 10 punti di una sorta di contratto che la deputata romana del Movimento Cinque Stelle, la deputata Roberta Lombardi, ha fatto firmare ai candidati alle amministrative di Roma. La regola ricorda quella che riguarda i candidati alle Europee 2014 che rischiano invece una multa di 250mila euro. Il documento per il Campidoglio, pubblicato dalla Stampa, è lungo tre pagine e arriva in un altro momento particolare per il M5s, cioè mentre si discute ancora la decisione dei vertici di lasciare libertà di coscienza sul disegno di legge sulle Unioni civili. “Il candidato – si legge nel documento – accetta la quantificazione del danno d’immagine che subirà il M5s nel caso di violazioni dallo stesso poste in essere alle regole contenute nel presente codice e si impegna pertanto al versamento dell’importo di 150mila euro, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio“.

In difesa della deputata è intervenuto il vicepresidente della Camera e membro del direttorio Luigi Di Maio: “Abbiamo sempre sostenuto”, ha scritto su Facebook, “che in Italia debba esistere il vincolo di mandato. In Portogallo se ti fai eleggere con i gialli e poi passi ai verdi, torni a casa. Io penso che tutti possano cambiare idea ed è un diritto sacrosanto, ma se vuoi cambiare casacca, torni a casa e ti fai rieleggere”. E ha poi ricordato che il regolamento segue quello per le Europee. A difendere la clausola anche il deputato Alessandro Di Battista su Facebook: “L’attacco al M5S continua. In un Paese dove arrestano un esponente del partito di governo al giorno il problema è sempre tutto quel che fa il M5S. Il dramma è un codice di comportamento a Roma che serve a far rispettare regole e programma. Possiamo rispondere solo mettendoci più impegno”. Sul blog inoltre si specifica che “i punti principali” del Codice Roma “come ad esempio la multa di 150mila euro, sono pressappoco identici a quelli già inseriti nei precedenti codici di comportamento studiati in occasione delle elezioni politiche 2013 e delle europee 2014“.

Il “contratto” che la Lombardi ha sottoposto ai candidati si occupa di diversi aspetti del rapporto tra i futuri consiglieri e l’eventuale giunta con i vertici del M5s. Tra gli altri punti c’è per esempio questo: “Le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del M5s”. Salvo smentite, dunque, le decisioni più importanti dell’eventuale sindaco dei Cinquestelle sarebbero in attesa di avere l’ok dei consulenti legali del movimento. Un passaggio che ricorda le polemiche sollevate nelle scorse settimane dal Pd a Livorno nei confronti del sindaco Filippo Nogarin (M5s) che aveva delegato un avvocato di Genova, Luca Lanzalone, come suo rappresentante nell’assemblea dei soci di Aamps, l’azienda dei rifiuti in crisi. La giunta aveva però smentito qualsiasi intervento di Grillo e Casaleggio.

Altro punto del decalogo fatto firmare ai candidati M5s di Roma: “Il sindaco, ciascun assessore o consigliere assumono l’incarico etico di dimettersi qualora sia ritenuto inadempiente al presente codice con decisione assunta da Beppe Grillo o Gianroberto Casaleggio o dagli iscritti M5s mediante consultazione online”. Collaboratori: “Le proposte di nomina dei collaboratori dovranno preventivamente essere approvate dallo staff coordinato dai garanti del M5s” (cioè Grillo e Casaleggio). Ancora più delicata la questione della comunicazione con i cittadini. Punto 4: “Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito www.beppegrillo.it/listeciviche/roma”.

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