All’avvocato Mario Stagliano, ex vice capo dell’ufficio indagini Figc e uno dei massimi esperti di giustizia sportiva, già tre anni fa erano chiari i sospetti sullo strano giro di fatture dei procuratori sportivi, forse utilizzate per evadere le imposte nel mondo del calcio. Il 27 giugno 2013 Stagliano rilasciò al Messaggero un’intervista che è finita dritta nelle carte dell’inchiesta ‘Fuorigioco’ della Procura di Napoli. “La Federsupporter – dichiarò al giornalista Stefano Carina – ha segnalato almeno quattro volte al ministero del Lavoro e alla Figc l’anomalia dei rapporti tra tesserati e agenti di giocatori. Non è stato fatto nulla. La Federazione va a ricasco della Procura della Repubblica quando gli basterebbe fare un’indagine autonoma”. Ed ancora: “Non dovrei incuriosirmi se vedo che un calciatore percepisce un ingaggio da 500mila euro e il club poi ne versa un milione all’agente”?

Bella domanda. Il pm Stefano Capuano legge con attenzione l’articolo, e alla ricerca di risposte il 20 settembre 2013 convoca Stagliano in Procura come persona informata dei fatti. L’avvocato metterà a verbale: “Mi ero sinora meravigliato che la giustizia ordinaria non avesse aperto una propria indagine”. Alle domande del pm, coadiuvato dagli ufficiali del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza di Napoli, Stagliano fornisce una ricostruzione delle anomalie nei rapporti tra le società di calcio e i procuratori sportivi. “In una indagine da me seguita, mi pare di ricordare nel 2005, a seguito di una denuncia presentata dall’agente Dario Canovi, in occasione di un rinnovo del contratto tra Fabio Quagliarella e il Torino, rimasi perplesso nel constatare che la società si ara fatta rappresentata da un suo agente molto vicino all’agente del calciatore, che ricordo essere Stefano Antonelli”.

Stagliano aggiunge: “A distanza di diversi anni notizie di stampa rappresentarono che la Covisoc segnalò alla Procura Federale una anomalia in alcuni contratti analizzati in sede di controllo periodico. Da questa segnalazione scaturirono procedimenti dinanzi alla giustizia sportiva ed avendo avuto modo di analizzare qualche atto mi sono sinora meravigliato che la giustizia ordinaria non avesse aperto una propria indagine”. Stagliano parla proprio dei casi in cui l’agente percepisce più del calciatore. “Spesso tra l’altro l’agente della società è soggetto con domicilio o sede in un paese straniero”. L’avvocato cita un paio di casi di cui si è occupato come ispettore Figc: “Ricordo i rinnovi contrattuali di Zarate e Siviglia con la Lazio nei quali intervenne, nelle trattative per Zarate, una società di diritto lussemburghese o olandese in qualità di agente della società o del calciatore. Una delle criticità evidenti – sostiene Stagliano – è che questi accordi prevedevano compensi di gran lunga superiori a quelli degli stessi calciatori”. E come sono finite queste vicende? “Con sanzioni pecuniarie per calciatori e società”. E nient’altro.

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