Quale sarà il futuro della Ferrari e della sua produzione di serie, ora che è nelle mani di Marchionne? L’idea del manager italo-canadese è sicuramente quella di aumentare le entrate del Cavallino Rampante. Non potendo alzare i prezzi a dismisura e nemmeno entrare in un segmento che sarebbe molto appetitoso e remunerativo come quello dei Suv – leggenda vuole che, per decisione dello stesso Enzo, una Ferrari possa chiamarsi tale solo se ha forme canoniche – la soluzione più semplice e a portata di mano è quella di produrre più auto.

Attualmente, per preservare l’esclusività del marchio, c’è un limite all’assemblaggio annuale fissato in 7.000 unità, che a dire il vero è già stato superato nel 2014 (7.200) e nel 2015 (7.700). Al Salone di Detroit, però, Marchionne ha detto che la Casa sta valutando se andare ancora un po’ più oltre. “Abbiamo bisogno di capire se il mercato può assorbire più di 9.000 unità l’anno. Il fondatore della Ferrari nel 1947 aveva una visione chiara, bisogna produrre un’auto in meno di quanto richieda il mercato, per cui, finché rispettiamo questa regola, le cose andranno bene”.

Anche il marchio di auto più famoso e desiderato del mondo deve sottostare al mercato, che non ha rispetto per nessuno. Dalla quotazione alla Borsa di New York, infatti, le azioni di Maranello hanno già perso il 16%: serve chiarezza e un piano preciso da dare in pasto agli investitori. Il superamento delle 9.000 unità all’anno, per esempio, non è del tutto automatico con la gamma attuale, che non offre nulla sotto i 200.000 dollari. L’aumento di produzione, dicono gli analisti intervistati da Automotive News, potrebbe essere legato all’arrivo di una nuova auto da posizionare come “entry level”, cioè quella Dino con motore V6 di cui tanto si parla da due anni a questa parte e che potrebbe arrivare nel 2019 con un prezzo di circa 150.000 dollari. Per capire l’importanza di un modello del genere, basti pensare che il prossimo anno il mercato americano – secondo le previsioni di IHS Automotive – sarà composto per il 40% da auto che costano più di 100.000 dollari.

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