Per motivi di studio, diciamo anzi per accademia pura, per circa sei mesi ho usato uno strumento molto popolare fra noi giovani degli anni 2000: le così dette “app per rimorchiare” (da alcuni definite anche “per scopare” ma io credo che l’esegesi del fine non possa ridursi alla semplificazione di una definizione). Ho quindi usato Tinder, Happn e Meetic, le ho messe alla prova e ho visto come e se funzionano.

Qualcuno mi ha chiesto perchè io non abbia usato altre app (o, comunque, siti di incontri) come Adottaunragazzo oppure Grindr. Nel caso specifico la mia risposta è stata che ho preferito limitare il campo di studio usando un’app molto pubblicizzata (Meetic), un’app molto nota (Tinder) e un’app meno nota e diversa come funzionamento (Happn). E che comunque non sono gay (Grindr). Tutte le altre sono variazioni sul tema.

Ecco il risultato: un breve reportage pubblicato su Il Fatto Quotidiano la scorsa settimana e su Nature il mese prossimo. Se mi cercano per dammi il Nobel, l’indirizzo mail lo trovate qui sul blog. Per darvi un’esperienza di navigazione davvero multimediale, cliccando su ciascuna delle vignette sarete reindirizzati a dei link esterni che esplicitano e arricchiscono il contenuto del disegno. (Negli anni ’90 li avrebbero chiamati ‘link ipertestuali’)

P.s. Su Amazon c’è il mio libro “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”, lo dico perchè stanno iniziando i saldi e magari volete sputtanarvi i soldi vinti con la tombola

Per leggere il grafo-reportage basta cliccare su questo link o sull’immagine a seguire.

app_scorporato1

Articolo Precedente

Un vignettista nel villaggio di Babbo Natale

next
Articolo Successivo

Unioni civili

next