Da gennaio, in Volkswagen saranno le donne a controllare il lavoro dei manager, per lo più maschi. Il colosso di di Wolfsburg non ha finora lasciato molto spazio alle manager malgrado nel 2014 l’ormai ex amministratore delegato Martin Winterkorn avesse dichiarato che “secondo la mia esperienza le donne qualificate sono spesso i migliori maschi”. Voleva essere un complimento, anche se non necessariamente di quelli espressi in modo “politicamente corretto”. Fatto sta che con l’esplosione del dieselgate Volkswagen AG è corsa ai ripari annunciando l’ingaggio dell’ex giudice costituzionale Christine Hohmann-Dennhardt (alla quale Daimler ha concesso la risoluzione anticipata del contratto, sostituendola con un’altra donna, Renata Jungo Bruengger) per la quale ha aggiunto un posto al tavolo del Board of Management.

Adesso, il gruppo tedesco ha ufficializzato l’assunzione di Hiltrud Werner per dirigere il Dipartimento del controllo interno al quale sono evidentemente sfuggite molte cose negli ultimi anni. Nella propria funzione la manager risponderà direttamente all’amministratore delegato, Matthias Muller. Werner assumerà l’incarico con il primo gennaio, subentrando a Markus-Christian Eberl, cui era stato affidato ad interim il controllo interno del gruppo. Laureata in economia, la dirigente è stata prelevata da ZF, la società tedesca specializzata nelle forniture ad alto contenuto tecnologico nel campo dell’automotive che ha recentemente acquisito la rivale statunitense TRW. Anche a Friedrichshafen si occupava di controllo interno.

Nel 1991 il suo debutto professionale come project manager per l’ottimizzazione dei processi presso la Softlab GmbH. Cinque anni più tardi era passata a BMW dove era stata promossa a responsabile della revisione finanziaria nell’ambito del controllo interno. Nel 2011 era passata da Monaco di Baviera al controllo interno di MAN SE, il costruttore di veicoli industriali passato sotto il controllo di Volkswagen. Nel 2014 si era trasferita a ZF.

Fra le 30 società quotate alla Borsa di Francoforte nell’indice principale, Volkswagen ha appena il 20% delle poltrone dei consigli di sorveglianza occupati da donne (Daimler è al 25%, BMW al 30%), cioè meno della metà di quella più virtuosa, la Henkel (44%). In una nota di fine settembre, il gruppo spiegava che l’obiettivo è quello di avere, entro il 2021 nell’ambito di un’azione volontaria cominciata nel 2011, un 30% di donne in ruoli dirigenziali. Entro un altro lustro il 30% di manager di primo livello dovrebbe essere donna: con la fine del 2016, la quota dovrebbe raggiungere il 9,8% contro il 9,1% del 2014. Con il diselgate, la certezza è che le donne top manager continuano a non essere molte, ma di sicuro due due, Hohmann-Dennhardt e Werner, occupano ruoli strategici: devono controllare quello che fanno, soprattutto, i loro colleghi maschi. Finora, tra l’altro, tutti i manager coinvolti nel dieselgate (almeno di quelli di cui sono emersi allontanamenti e riposi forzati) sono uomini.

Nella foto, a sinistra Christine Hohmann-Dennhardt, a destra Hiltrud Werner 

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