Una firma poco più che simbolica, ma anche un punto di partenza per un processo non più rinviabile. L’accordo di pace libico siglato oggi a Skhirat in Marocco sotto l’egida dell’Onu prevede un nuovo ed unico governo di unità nazionale che dirigerà il Paese per un periodo di transizione, fino a quando non saranno organizzate nuove elezioni legislative, probabilmente entro un anno. Un passo importante per porre fine alla divisione dei poteri tra le due città: Tripoli, dominata finora dagli islamisti, e Tobruk, la cui assemblea è riconosciuta dalla comunità internazionale.

Il potere esecutivo sarà affidato ad un Consiglio presidenziale composto da 9 membri – un presidente, 2 vicepresidenti e 6 ministri – che rappresenteranno i partiti, i gruppi e le varie anime tribali del Paese. Il Consiglio nominerà un governo che si insedierà nella capitale libica entro i prossimi 40 giorni. Il nuovo esecutivo dovrà affrontare con la comunità internazionale, enormi sfide: da quelle umanitarie, all’economia, oltre alla sicurezza e alla minaccia rappresentata dall’Isis e dai gruppi terroristi loro affiliati impegnati in ogni tipo di contrabbando e traffici illeciti, compreso quello degli esseri umani. Il consiglio presidenziale a sua volta avrà il compito di nominare i nuovi vertici della banca centrale e dell’ente petrolifero nazionale, al centro di aspre polemiche e accesi scontri tra le varie realtà libiche.

Per superare la rivalità fra i due Parlamenti l’Onu ha anche proposto di suddividere il potere legislativo fra le due città: a Tobruk una Camera dei rappresentanti per una durata di circa un anno, che dovrebbe essere integrata con alcuni deputati del Parlamento di Tripoli, mentre nella capitale ci sarà un Consiglio di Stato, una seconda camera consultiva. L’accordo prevede anche un cessate il fuoco immediato e totale in tutta la Libia. Nessuna chiarezza al momento è trapelata sul futuro di Khalifa Haftar, il capo delle forze armate libiche.

Alla cerimonia storica in Marocco erano presenti numerosi parlamentari delle due assemblee rivali libiche: 88 deputati, secondo l’Ap. Quello di Tobruk ne conta 156, Tripoli invece 135. A porre la firma Salah al Makhzoum, il secondo vice presidente del Congresso nazionale generale di Tripoli e Emhemed Shoaib di Tobruk. Grandi assenti invece i presidenti dei due Parlamenti, rivali, Nouri Abu Sahmain (Tripoli) e Aguila Saleh (Tobruk), che dopo essersi incontratisi a sorpresa a Malta martedì scorso avevano annunciato che non avrebbero firmato l’accordo.

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