Un uomo. Un giocatore. Un capitano. Armando Picchi è stato questo ed è stato tanto altro. È stato Livorno ed è stato l’Inter più bella, quella della filastrocca degli 11 nomi cara a Nanni Moretti. Sono passate 44 primavere dalla sua morte, giunta prematuramente quando, 35enne, aveva da poco inaugurato la carriera da allenatore. Picchi iniziò a giocare con la squadra della sua città: “La prima volta che ho indossato la maglia del Livorno mi sono sentito nudo perché la mia pelle era amaranto” disse.

medium_110225-115412_mi110705cal_0003La gloria arrivò in nerazzurro, colori con i quali esordì nel 1960. Da terzino, libero e capitano fu il segreto meglio nascosto dei trionfi del Mago Herrera, con cui vinse tre scudetti, due Coppe dei Campioni e altrettante Intercontinentali. Armando Picchi è un patrimonio del calcio e un simbolo di Livorno, una città unica nei suoi pregi e i suoi difetti. La sua figura sarà celebrata giovedì 17 dicembre a Milano, durante la campagna abbonamenti lanciata per i 40 anni di Radio Popolare.

Per la prima volta nella città in cui Armandino è divenuto un campione sarà messo in scena lo spettacolo Picchi, scritto e interpretato dall’attore livornese Michele Crestacci

Il monologo, che va a completare la triologia iniziata con i racconti di Giorgio Caproni e Amedeo Modigliani, sarà sul palco dell’Auditorium Demetrio Stratos di via Ollearo, a Milano.

Una serata di musica, parole e tackle che vedrà il via alle 20.30 con la proiezione in esclusiva di Gabbia di Matti, videoclip di Luca Falorni che narra la genesi dei Gabbioni

Sono campi da calcetto, protetti da recinzioni alte cinque metri, inventati proprio a Livorno, dove continuano a caratterizzare il panorama del lungo mare, da Armando Picchi e da un gruppo di amici, che qua ogni estate sfidavano (e umiliavano) i campioni interisti. Sono poi divenuti metodo di allenamento per Corrado Orrico (anche lui toscano, di Massa) e numerosi altri tecnici. Un altro lascito di Picchi alla sua città e al mondo del calcio. Tutta la serata sarà in diretta su Radio Popolare dalle 20.30 alle 22.30. L’ingresso è libero, fino a esuarimento posti.

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