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Torino, Fassino scioglie le riserve: “Mi ricandido sindaco”. Niente primarie sotto la Mole

Il primo cittadino vuole il bis. Endorsement del predecessore Chiamparino: “Piero ha governato bene la città”. Dovrà vedersela con Airaudo di Sinistra italiana e Appendino del M5S. Non pervenuto ancora lo sfidante del centrodestra
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Piero Fassino vuole il bis. Stamattina il sindaco di Torino ha ufficializzato la sua corsa per mantenere la poltrona di primo cittadino: “Ho deciso di ricandidarmi e continuare il mio impegno per la città”, ha detto sottolineando che “coloro che si candidano lo fanno per vincere”. Le intenzioni del politico dem sono serie, ma di fronte a lui ci sono due candidati agguerriti come il deputato di Sinistra italiana ed ex segretario della Fiom Giorgio Airaudo e la consigliera comunale del M5S Chiara Appendino. Non pervenuto, al momento, il nome del candidato del centrodestra. Per il Partito democratico, quindi, non ci saranno primarie, anzi: “Il centrosinistra deve presentarsi unito perché questo è quello che chiedono gli elettori”, ha ammonito Fassino unendosi all’appello dei sindaci di Milano, Genova e Cagliari

La decisione è stata resa nota oggi, quasi un mese dopo gli altri due sfidanti, perché “l’annuncio anticipato della mia candidatura avrebbe nuociuto alla attività amministrativa, che io mi sono preoccupato di preservare”, ha detto. E che lui giudica positivamente: “Abbiamo governato bene, dimostrando di sapere guidare la città – spiega -. Abbiamo retto alla crisi, l’abbiamo sfidata creando nuove occasioni di crescita, rilancio e sviluppo”.

Nei primi anni della sua amministrazione Fassino e la sua giunta sono stati impegnati soprattutto a risanare i bilanci di una città tra le più indebitate in Italia, un’azione compiuta tagliando i servizi (come la privatizzazione degli asili nido), aumentando i costi (i biglietti del trasporto locale passati da un euro a un euro e cinquanta), dismettendo patrimoni immobiliari a privati e Cdp e vendendo quote delle società partecipate. Da un altro punto di vista l’amministrazione di Fassino ha proseguito sulla scia del predecessore Sergio Chiamparino e ha continuato a trasformare in una città turistica e culturale quella che era la company town della Fiat, società che nel frattempo ha perso la “T”, è diventata Fca, ha trasferito all’estero la sede legale e quella fiscale, mentre le linee produttive di Mirafiori stanno ripartendo con lentezza.

E a sostenere subito il sindaco-candidato è intervenuto proprio il suo predecessore: “La città in questi cinque anni è migliorata in tutti gli aspetti della vita quotidiana, dall’organizzazione dei servizi all’attenzione verso i cittadini – ha detto Chiamparino -. Risalta il vero e proprio balzo in avanti compiuto sul piano del turismo e dell’organizzazione culturale”. C’è dunque la possibilità di avere un Fassino bis dopo due amministrazioni di Chiamparino: “La continuità nella guida della città rappresenta d’altronde anche una garanzia per il rafforzamento di tutto il Piemonte sul piano nazionale e internazionale”, ha affermato il presidente della Regione che sarà al fianco di “Piero” durante la campagna elettorale.

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