Ci sono le sigle nazionali. Dall’Udc dell’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini ad Alleanza per l’Italia dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Ma anche quelle regionali. Come la Lista Storace Presidente, civica collegata all’ex governatore del Lazio e leader de La Destra, e Il Megafono-Lista Crocetta, riferimento dell’attuale presidente della Sicilia. Non mancano neppure i Popolari Udeur del già ministro della Giustizia Clemente Mastella, nonostante del partito del ras di Ceppaloni, almeno a livello nazionale, non si senta più parlare da un pezzo. Sono alcuni dei nomi più noti contenuti nell’elenco dei dodici movimenti politici “destinatari di invito a sanare” le “irregolarità contabili” o “le inottemperanze ad obblighi di legge”, riscontrate dalla Commissione di garanzia per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti, “e che non hanno ancora regolarizzato”. Una grana con la quale, quando domani l’Ufficio di presidenza della Camera tornerà a riunirsi per servire la torta da 45,5 milioni di euro dell’ultima tranche di rimborsi elettorali relativa al 2013, i componenti dell’organismo di vertice di Montecitorio dovranno per forza di cose fare i conti.

BILANCI AL SETACCIO – L’elenco degli ‘irregolari’, stilato dalla Commissione presieduta dal magistrato contabile Luciano Calamaro, è stato trasmesso alla presidente Laura Boldrini il 30 novembre scorso. E contiene anche altri sette nomi: Alleanza di Centro per la Libertà, fondata dal giornalista Rai Francesco Pionati nel 2008 dopo l’addio all’Udc; Comitato promotore Une 2010 (Lista Unione Nord Est) che, come informa il suo sito internet, ha cessato l’attività il 31 dicembre 2014; I Popolari d’Italia Domani (Lista “Cantiere Popolare”), nati da una costola dell’Udc nel 2010 e parte della maggioranza che sostenne l’ultimo governo guidato da Silvio Berlusconi; Movimento per le Autonomie, fondato nel 2005 dall’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo; Unione per il Trentino, nato nel 2008 per “vivere l’autonomina come servizio”; Verdi del Sudtirolo (Verdi-Grune-Verc), partito attivo nella provincia di Bolzano rappresentato alla Camera da un unico deputato e Democrazia Cristiana Campania. Sigle alle quali, come detto, si aggiungono anche Udc, Api, Udeur, Lista Storace Presidente e Il Megafono-Lista Crocetta.

POCA TRASPARENZA – Aspettando la riunione dell’Ufficio di presidenza della Camera di domani pomeriggio, la relazione della Commissione, istituita dallo stesso decreto legge con cui il governo di Enrico Letta aveva eliminato i rimborsi elettorali a partire dal 2017, illustra nel dettaglio le conclusioni trasmesse all’organismo di vertice di Montecitorio. Degli 85 partiti tenuti alla presentazione del rendiconto per l’esercizio 2013, 36 hanno ottemperato alle prescrizioni di legge. I restanti 49, invece, “sono stati oggetto di contestazioni per l’inadempienza totale o parziale” degli obblighi di presentazione del rendiconto e della relativa pubblicazione sul proprio sito internet. Tra questi, sono state dichiarate decadute e non percepiranno la tranche dei rimborsi ben 21 sigle, come il Partito Pensionati, il Movimento Arancione, Rialzati Molise, Pittella Presidente, Amministrare il Trentino e Realtà Italia. Sono 18, invece, i partiti che hanno provveduto a mettersi in regola e le rispettive posizioni sono state archiviate. La lista comprende La Destra di Storace, Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it (che ogni caso ha già annunciato che rinuncerà ai rimborsi elettorali), Federazione dei Verdi, Movimento per le Autonomie di Lombardo e Union Valdôtaiene. Mentre per Sinistra democratica per il Socialismo europeo (che non ha eletti in Parlamento), è stata acclarata la non assoggettabilità alle prescrizioni di legge. Per 9 partiti, infine, “è stata accertata definitivamente l’inottemperanza” degli obblighi di presentazione del rendiconto e della sua pubblicazione online. Hanno violato entrambe le prescrizioni Azione Civile; Insieme per Bresso; La Rete 2018; La Sinistra (Sardegna); Partito dei comunisti italiani; Rosso Mori; Team Autonomie e Vda Vive Renouveau. Non ha invece provveduto unicamente all’obbligo di pubblicazione del rendiconto sul proprio sito internet la lista “Udc e Fli con Bongiorno per il Lazio” che ha preso parte alle ultime regionali.

PAROLA ALLA CAMERA – Questa la situazione fotografata dalla Commissione. Con un’avvertenza. Come spiega, infatti, la relazione, nel marzo 2015 l’organismo presieduto da Calamaro aveva invitato a presentare i “giustificativi di entrata e di spesa” a ben 54 partiti. Ma poi la “sanatoria” introdotta dalla legge Boccadutri, con i voti contrari di M5S, Sel e Lega, e sulla quale pende addirittura una diffida per incostituzionalità recapitata alla Camera dei deputati dall’ex parlamentare europeo e giornalista Giulietto Chiesa, ha cambiato le carte in tavola. Allentando gli stringenti controlli previsti dal decreto Letta, differiti a partire dagli esercizi successivi al 2014, e introducendo diverse modalità di verifica della regolarità e della conformità dei rendiconti 2013. Modalità, appunto, che non contemplano il controllo dei giustificativi e, quindi, dell’effettiva rispondenza tra quanto dichiarato nei rendiconti e le fatture che ne comprovano la veridicità. Insomma, basta la parola dei partiti. Una sanatoria che, tuttavia, non ha impedito alla Commissione di rilevare diverse irregolarità. Sulle quali ora l’Ufficio di presidenza dovrà decidere come regolarsi.
Twitter: @Antonio_Pitoni

Articolo Precedente

Ferrovie, passano alla Camera le mozioni di Sinistra Italiana e Ncd: una sospende la privatizzazione, l’altra dà il via libera

next
Articolo Successivo

Camera dei deputati: in 11 mesi l’Assemblea si è riunita solo 175 volte su 232 giorni lavorativi

next