Ecco il conto degli 86 miliardi di aiuti “concessi” alla Grecia dai creditori la scorsa estate: una finanziaria lacrime e sangue con 5,7 miliardi di euro di tagli alla spesa e 2 di aumenti di tasse. Il Parlamento di Atene l’ha approvato nella notte tra sabato e domenica con una maggioranza risicata, 153 voti a favore e 145 contrari. A fronte del terzo piano di salvataggio, per rispettare gli accordi presi con la troika il governo di Alexis Tsipras ha dovuto ridurre di 1,8 miliardi gli stanziamenti per le pensioni e di 500 milioni quelli per la difesa.

Nel discorso pronunciato poco prima del voto, Tsipras ha sostenuto che per la prima volta in cinque anni la spesa per ospedali, welfare e creazione di posti di lavoro è stata aumentata, seppure “in modo modesto”. Sul fronte della crescita, le previsioni del governo sono per un pil piatto nel 2015 e una contrazione del prodotto dello 0,7% nel 2016. In precedenza, l’esecutivo aveva stimato un calo rispettivamente del 2,3 e dell’1,3%.

Entro la fine della prossima settimana il Parlamento greco deve approvare anche le misure sui prestiti in sofferenza delle banche e la creazione del fondo per le privatizzazioni. Il numero uno del fondo salva-Stati europeo Esm, Klaus Regling, nei giorni scorsi ha detto allo Spiegel che il fondo userà 10 miliardi meno del previsto per le banche greche: il fabbisogno finanziario ammonta a 10 miliardi in meno rispetto ai 25 inizialmente stimati. “Il volume complessivo dei nostri crediti si riduce così a 71 miliardi”, ha detto Regling, secondo il quale il Fondo monetario internazionale parteciperà al programma.

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