Svincolare le spese per interventi contro il dissesto idrogeologico dal patto di stabilità interno.  Attivare immediatamente l’Esercito in attività di prevenzione, ma anche di ricostruzione in caso di emergenze provocate da frane e alluvioni. Usare lo strumento della cooperazione rafforzata per far approvare con urgenza in sede europea una direttiva sul suolo. E’ su questi tre fronti che il M5S prova a stanare il governo di Matteo Renzi.  E lo fa alla vigilia di una importante scadenza, il 5 dicembre, Giornata mondiale della difesa del suolo che quest’anno coincide con i giorni più caldi del difficile negoziato in corso a Parigi per trovare un accordo globale sui cambiamenti climatici (Cop21). Ma la difesa del territorio, che pure è centrale nella citatissima Enciclica ‘Laudato si’ di Papa Bergoglio, non pare attirare l’attenzione dei più, sia in Italia che in Europa.

AGENDA CHIUSA Il perché è presto detto. Almeno a sentire i parlamentari del Movimento 5 Stelle. “Il governo che si vanta di avere un ruolo guida in Europa deve mobilitarsi perché il quadro regolatorio comune risulta monco se si pensa che l’Unione dispone già di una norma sulla qualità dell’aria sia di una sulla qualità delle acque” dice la deputata Claudia Mannino in vista della grande mobilitazione attesa per sabato , giornata che idealmente chiude l’iniziativa dell’Onu che ha proclamato il 2015  anno internazionale dei suoli. Sulla difesa di questa fondamentale risorsa ambientale, il cui degrado ha drammatiche ripercussioni sia sulla sicurezza che sulla produzione dei prodotti destinati all’alimentazione umana e animale, ancora poco è stato fatto.  La Commissione europea nel 2014 ha infatti ritirato dalla sua agenda la proposta di direttiva quadro sul suolo dopo che sei paesi, tra cui la Francia che ospita in questi giorni il summit della Cop21, hanno impedito che il Consiglio Ue si esprimesse all’unanimità.  Il grimaldello potrebbe dunque essere rappresentato da uno strumento, l’istituto della cooperazione rafforzata che consentirebbe di adottare le nuove norme con il consenso di soli nove stati. Basterebbe volerlo.

CATASTROFE ANNUNCIATA Ma qui nascono i problemi. Perché i segnali che arrivano vanno nella direzione opposta, anche su scala nazionale. “Nel corso della attuale legislatura sono state adottate numerose e farraginose disposizioni attinenti la questione del dissesto idrogeologico, mentre la campagna mediatica lanciata dal governo, a tal riguardo, è stata estremamente propagandistica e autoreferenziale”, aggiunge la deputata: “Renzi ha detto di mobilitare risorse per 9 miliardi, ma in sostanza sono stati sottoscritti accordi solo con sette Regioni italiane che in tutto valgono 654 milioni. Briciole rispetto ad impegni tutti comunque ancora sulla carta”. E non basta. La Mannino sottolinea pure come le Regioni maggiormente interessate dal fenomeno del dissesto idrogeologico non abbiano neppure sottoscritto questo tipo di accordi. “Di fronte alle inadempienze evidenti e perduranti di alcune di esse, è il caso della Sicilia“, dice ancora, “occorre far intervenire l’esercito che ha mezzi e uomini che possono essere mobilitati come è successo in passato nel corso di diverse emergenze”. Non a caso la deputata grillina è anche cofirmataria di una risoluzione del gruppo dei 5 stelle alla Camera che impegna il governo a impiegare il genio Militare in attività preventive e di controllo di tutte le criticità alle infrastrutture siciliane in questi mesi orribili per  la mobilità sull’isola. Tra tutte, il disastro, ancora irrisolto, del ponte Himera sull’autostrada Palermo-Messina fino al crollo sull’Autostrada A18. Senza citare le paralisi innumerevoli che hanno interessato strade e ferrovie a seguito dei continui cedimenti di terreni, fondazioni stradali e ponti ferroviari. “Una catastrofe“, conclude la rappresentante del Movimento 5 Stelle, “che l’introduzione di una direttiva europea sulla difesa del suolo potrebbe forse cominciare seriamente a prevenire“.

 

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