Ora il Tesoro scopre che in banca non tutto fila come dovrebbe e prodotti rischiosi vengono venduti come sicuri a clienti ignari. A parlarne in termini inequivocabili, ma a cose fatte, è stato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando proprio nel giorno dell’arrivo alla Camera del discusso decreto salva-banche che dopo mesi di studio ha messo in sicurezza Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, colpendo azionisti e obbligazionisti subordinati da giorni in rivolta.

“L’azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate – come tali parte del capitale di rischio – costituisce un vincolo non eludibile, imposto dalla Direzione Generale Competitività (l’Antitrust Ue, ndr) per approvare gli interventi del fondo di risoluzione”, si è inizialmente scusato Morando che è intervenuto sul tema in Commissione bilancio della Camera. L’esecutivo, ha aggiunto poco dopo, “è tuttavia consapevole che – almeno ad una parte dei risparmiatori coinvolti – la natura dello strumento obbligazione subordinata poteva non essere perfettamente nota“. Per questo, ha proseguito, il governo “ha avviato una approfondita verifica circa la possibilità che siano messe in atto misure in grado di ridurre gli effetti negativi del processo di risoluzione sulla componente socialmente più debole degli investitori coinvolti, che possa aver agito senza la necessaria consapevolezza del livello di rischio del prodotto acquistato”.

Difficile capire a quale tipo di misure stia pensando Morando, visto che il salva-banche approvato il 22 novembre scorso è frutto di mesi di studio e trattative con Bruxelles ed è appena stato inserito nella legge di Stabilità con un emendamento governativo. Certo, la misura potrà essere modificata con i sub emendamenti, che dovranno essere presentati entro le 11.00 di venerdì. Ma è improbabile che siano efficaci e tempestivi: prima di tutto bisognerà dimostrare in tribunale la vendita truffaldina dei prodotti bancari. Quindi far pagare il conto a chi li ha venduti e non a chi li ha comprati. Oltre che ai vigilanti che hanno chiuso un occhio. Ma i tempi della giustizia non coincidono con quelli della politica, come ben sa perfino Morando.

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