Quella sera di Parigi
il pizzettaio che mi ha fatto la Margherita
era di religione islamica.

Poi è successo molto di più. Il mondo (occidentale, ma anche tutto il resto) si è mosso alla ricerca di un riassestamento che portasse petrolio al proprio mulino.

I turchi abbattono un aereo russo.
Dicono che li avevano avvertiti. Ma perché l’hanno poi fatto per davvero?
Dov’è quella cosa che chiamano DIPLOMAZIA se si spara al “chi va là”?

Sembra Risiko, ma non è Risiko, non si conquistano carri armati da un centimetro.
Ci muoiono le persone vere, mica quelle di plastica.
Ci finiscono in mezzo intere nazioni, mica cartine geografiche da tavolino.
E poi si imbocca comunque la strada delle decisioni irrevocabili, come diceva uno.

Sui giornali occidentali si indicano gli islamici (chi? il mio pizzettaio?) come bastardi.
Si ripescano giornalisti morti in un’altra epoca per giustificare i morti della prossima epoca.
Nella narrazione globale che si infila tra i nodi della rete e ci arriva dentro casa attraverso la carta dei giornali e l’altra carta virtuale di televisione, tablet e telefoni, qualcuno racconta una storia che non ci è dato di interpretare.
Ce la dobbiamo mangiare precotta.

Allora:
andiamoceli a cercare gli islamici.
Quelli che ci vivono veramente accanto e si succhiano le nostre stesse informazioni?
Quelli che parlano arabo per la terra nella quale sono nati o per la religione che gli appartiene?
Quelli che credono a quel Dio che per alcuni è assetato di sangue, ma per loro è solo una maniera discreta di stare insieme e mangiare alla fine del lavoro?
Cerchiamoceli!
Stanno ovunque intorno a noi.

Visto che non riusciamo a comprendere i giochi che girano alti sulle nostre teste.
Giriamo bassi tra i nostri condomini a cercare quelli che, a bocca aperta, li comprendono poco come noi,
ma come noi vogliono guadagnarsi lo stipendio e pagare il mutuo,
vedere la partita e coltivare il prato.
Abbracciamo i pacifici, i quasi-atei-islamici, la silenziosa maggioranza che ci traghetterà in un’epoca senza Dio e, dunque, senza guerre.

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